La sindaca più giovane dell’Afghanistan pronta a lottare: “Mi uccideranno ma non ho paura”
Il mondo assiste impotente a quello che sta accadendo in Afghanistan, dove gli eventi delle ultime ore hanno cambiato il volto di un intero Paese, ormai nelle mani dei talebani e diventato un emirato islamico. Grande preoccupazione è concentrata sulle conseguenze che questo vero e proprio terremoto porterà nella vita delle donne. Benché i talebani abbiano assicurato di non voler usare violenza contro di loro, le più giovani rischiano di essere date in sposa ai soldati, come bottino di guerra e tutte le altre rischiano di vedere cancellati i loro diritti, anche quelli più basilari, come lavoro e istruzione. Per questo in tutti i modi stanno cercando di far sentire le loro voci, stanno comunicando il terrore per la sorte che le aspetta in patria. Il timore è che crolli tutto quello per cui si è a lungo combattuto, quei diritti che ora rischiano di essere nuovamente calpestati. Essere donna oggi in Afghanistan significa convivere con la paura e al tempo stesso con la convinzione di dover lottare, proprio come ha intenzione di fare Zarifa Ghafari, sindaco della città ultraconservatrice di Maidan Shar (città di 35.000 abitanti nella provincia di Maidan Wardak). Davanti a sé ha ora più che mai una strada difficilissima da percorrere.
Zarifa Ghafari combatte per il suo Paese
Zarifa Ghafari nel 2018 è stata nominata sindaco della città ultraconservatrice di Maidan Shar. Oggi che i talebani hanno conquistato Kabul prendendo il controllo del Paese, teme per la sua stessa vita. «Verranno per le persone come me e mi uccideranno. Sono seduta qui in attesa che arrivino. Non c'è nessuno che aiuti me o la mia famiglia. Sto solo seduta con loro e mio marito. Non posso lasciare la mia famiglia. E comunque, dove andrei?» ha detto. Coi suoi 27 anni è la sindaca più giovane dell'Afghanistan, nonché una delle poche ad aver ricoperto questo incarico. Lei ha sempre combattuto in nome delle donne, consapevole di quanto per loro la vita fosse costantemente a rischio, di quanto fossero perennemente private di diritti essenziali a cominciare dall’istruzione. Ora che la situazione è precipitata sa che è il momento di insistere, anche se questo significa andare in contro a morte certa: «Sono distrutta. Non so su chi fare affidamento. Ma non mi fermerò ora, anche se verranno di nuovo a cercarmi. Non ho più paura di morire» ha detto.
La ragazza si è molto esposta anche sui social in questi giorni, dove ha scritto parole di grande amore per la sua terra dilaniata. In un Tweet si legge: «Mia cara patria, so che stai soffrendo. So che è difficile per te perché gli estranei ti bruciano e cercano la tua distruzione. Ma i tuoi veri figli che cercano di costruirti sono pieni di coraggio, cercando di tirarti fuori da questi giorni terribili». In un altro ancora: «Sono pronta a restare qui fino all'ultimo momento della mia vita per la prosperità di questa bellissima terra. Amo questa patria, la sua pace, la sua gente e anche i suoi disagi e dolori. Nessun estraneo potrà togliere dal mio cuore questo amore per te». Zarifa è convinta che ora più che mai le sorti dell'Afghanistan siano nelle mani dei giovani come lei, perfettamente consapevoli di quello che sta accadendo e pronti a battersi per i loro diritti: "Penso che ci sia un futuro per questo Paese".