“L’ordine della Corte dell’Aja è la sconfitta finale delle argomentazioni di Israele”, dice l’esperto
A pochi minuti dalla decisione della Corte Internazionale di Giustizia – che oggi pomeriggio ha ordinato a Israele di fermare immediatamente l'offensiva a Rafah, lasciar entrare i camion di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza e consentire l'accesso nell'enclave palestinese degli investigatori che stanno indagando sull'accusa di genocidio – aerei da guerra dello stato ebraico hanno lanciato una serie di attacchi sul campo di Shaboura, proprio nel cuore della città di Rafah. Lo riporta la Bbc. Un attivista locale del vicino Kuwait Hospital ha detto all'emittente inglese che i suoni dei bombardamenti erano terrificanti e nuvole di fumo nero salivano sugli edifici del campo profughi.
L'ennesimo bombardamento, le cui conseguenze non sono ancora note, ha chiarito ancora una volta quale sia l'intenzione del Governo guidato dal Primo Ministro di Israele, Benjamin Netanyah: ignorare la sentenza della Corte Internazionale di Giustizia, come d'altro canto era stato già fatto con tutte le altre emesse nei mesi scorsi dall'organismo delle Nazioni Unite.
Eppure il pronunciamento di oggi della Corte ha un'importanza se possibile ancora maggiore. Secondo Luigi Daniele, docente di Diritto dei conflitti armati e diritto Internazionale Umanitario e penale alla Nottingham Trent University, la sentenza odierna rappresenta "la sconfitta finale delle argomentazioni finora addotte dal governo israeliano. La Corte ha ordinato di cessare le ostilità: questo significa che ha interpretato quelle ostilità come impattanti principalmente sulla popolazione civile e non, come continua a dire Tel Aviv, come necessarie a eliminare Hamas". Insomma, la campagna militare israeliana starebbe facendo strage di non belligeranti e di conseguenza va fermata con effetto immediato.
Nawaf Salam, capo della Corte ONU, ha specificato che gli sforzi per l'evacuazione della città di Rafah compiuti da Tel Aviv non sono sufficienti e che di conseguenza la situazione umanitaria è “ulteriormente peggiorata” dall’ultima ordinanza del tribunale, di marzo, e che attualmente è "disastrosa". "Quello che la Corte Internazionale di Giustizia rileva è il pericolo di eliminazione della popolazione palestinese. I giudici parlano di una situazione a Gaza catastrofica per i civili. L'ordine del Tribunale include l'intimazione di aprire il valico di Rafah e di garantire l'accesso a Gaza agli investigatori internazionali, incluse le commissioni d'inchiesta dell'ONU".
Quella di oggi è stata dunque – sottolinea Luigi Daniele – una "vittoria fondamentale delle argomentazioni prodotte dal Sudafrica". E, sebbene l'analisi di merito sull'accusa di genocidio sia tecnicamente è separata, "il fatto che per la terza volta i giudici abbiano ordinato misure cautelari significa che sono convinti che quell'accusa nei confronti di Israele, avanzata proprio dal Sudafrica a gennaio, non è campata in aria, men che meno una ‘bestemmia‘".