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La scuola vieta cellulari, piercing e capelli lunghi ma anche i corteggiamenti: “Distrazioni inutili”

I categorici divieti imposti dalla dirigenza di una scuola colombiana e ora al centro di un dibattito pubblico nel Paese sudamericano: niente telefonini ma nemmeno piercing, berretti, maglie troppo sgargianti o capelli lunghi o colorati.
A cura di Antonio Palma
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No ai telefonini in classe per gli alunni, divieto anche di avere piercing, capelli lunghi o tinti e persino eventuali corteggiamenti e relazioni amorose a scuola, sono i categorici divieti imposti dalla dirigenza di una scuola del Dipartimento di Huila, in Colombia, e ora al centro di un dibattito pubblico nel Paese sudamericano che potrebbe vedere anche l’intervento della magistratura visto che si tratta di regole che, a detta di molti, vanno contro le sentenze della Corte costituzionale.

Ad annunciare le nuove severissime regole della scuola, l’istituto scolastico Misael Pastrana Borrero nel comune di Rivera, è stata la direttrice durante una riunione plenaria con i genitori il cui video è finito poi online, scatenando una valanga di polemiche. Nel filmato si sente la rettrice Olga Narváez che, annunciando i cambiamenti al manuale di convivenza dell'istituto, introduce divieti draconiani, minacciando di bocciatura chiunque venga beccato a non osservare le prescrizioni.

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Tra i veti che Narváez ha annunciato per gli studenti ci sono l’assoluto divieti di portare qualsiasi dispositivi elettronico in classe come telefoni cellulari, o cuffie ma anche regole severissime sull’abbigliamento e sui comportamenti. Tra i divieti infatti figurano lo stop ai piercing e ai gioielli troppo appariscenti ma non sono ammessi neanche berretti, maglie troppo sgargianti o capelli lunghi o colorati.

“La perdita dell'anno, la perdita totale di molti studenti, gli incontri amorosi e i corteggiamenti, tutto è dovuto a quei cellulari. Quindi è totalmente vietato, nel manuale di convivenza, portare qualsiasi tipo di dispositivo in classe” ha dichiarato la rettrice. Narváez ha spiegato che studenti o genitori che non sono d'accordo con i nuovi divieti possono ritirare i propri figli dall'Istituto trovando un’altra scuola perché gli studenti rischiano la bocciatura.

Le dichiarazioni della rettrice hanno suscitato una valanga di polemiche, molte delle quali ricordano che la Corte costituzionale in precedenti sentenze ha spiegato che le regole previste dai manuali di convivenza delle scuole non possono incidere in modo irragionevole o sproporzionato su altri diritti, come il libero sviluppo della personalità.

Per la rettrice, però, il libero sviluppo della personalità “non ha nulla a che fare con l'indossare abiti diversi da quelli stabiliti, come la divisa dell'istituto, o avere i capelli lunghi o colorati”. “La libera personalità è che sono una brava persona” ha concluso.

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