La salma di Matteo Miotto arriva a Ciampino: l’ultimo addio
Il cecchino, che ha diretto il suo fucile contro Matteo Miotto, ha sparato un solo colpo, che è stato fatale per il soldato. Il giovane alpino è il 13esimo militare italiano morto durante il 2010 in Afghanistan. Negli ultimi due giorni non si è fatto altro che parlare delle condizioni di sicurezza, nelle quali agiscono i nostri soldati. A ribadirlo, Paolo Arbarello, direttore dell'istituto di Medicina legale dell'Università La Sapienza di Roma: "C'è stato un solo colpo che ha provocato una lesione che ha determinato la morte immediata. E' stata una morte immediata, qualunque soccorso non sarebbe valso a cambiare le cose. L'equipaggiamento era assolutamente adeguato, c'erano tutte le protezioni adeguate, è stata una circostanza assolutamente sfortunata".
Il proiettile del cecchino ha colpito Matteo tra il collo e la spalla, quindi in un punto non coperto dal giubbotto antiproiettile, il quale protegge la zona vitale che va dall'arco polmonare al bacino.
Ma intanto il padre di Matteo, il signor Francesco Miotto ha chiesto che si faccia chiarezza sulla morte del figlio, non per sollevare polemiche ma solo per capire cosa è accaduto: "È legittimo chiedere come è morto un figlio Ieri mi hanno chiamato i suoi comandanti dall'Afghanistan dicendo che era stato colpito ad una spalla, poi adesso si parla di un colpo che l'avrebbe raggiunto al fianco. I dubbi, come si vede, non li ho avanzati io, ci sono delle versioni che non sono concordanti. Non voglio alzare polemiche e posso capire che nei momenti concitati di un fatto come questo ci siano delle versioni discordanti. Ma noi famigliari vogliamo capire cosa è successo. L'esame autoptico lo faranno per questo".
Alle 10.08, all'aeroporto di Ciampino, è atterrato il C-130 dell'Aeronautica militare italiana, che ha trasportato dall'Afghanistan la salma del caporal maggiore Matteo Miotto. Ad attenderla, oltre i familiari distrutti dal dolore, il capo di stato della Difesa Vincenzo Camporini, in rappresentanza anche di Giorgio Napolitano, bloccato a letto dall'influenza. Presenti il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, il presidente della Regione Lazio Renata Polverini e il Ministro della Difesa Ignazio La Russa. Secondo un "rituale" che si ripete tristemente ormai da tempo, proprio La Russa ha appoggiato, per qualche secondo, le proprie mani sulla bara. Immediatamente dopo un trombettiere del 7° Reggimento alpini di Belluno ha eseguito le note del "Silenzio".
La camera ardente, presso il policlinico militare del Celio, è stata aperta alle 16.30 e chiusa alle 19. I funerali si terranno domani a Roma, alle ore 11, nella Chiesa di Santa Maria degli Angeli. La salma di Matteo sarà poi portata nel cimitero di Thiene, dove verrà allestita una seconda camera ardente. Secondo le sue ultime volontà, Matteo verrà sepolto nell'area dedicata ai Caduti in guerra.