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La Russia mette al bando i Testimoni di Geova: “Estremisti, incitano all’odio”

La corte Suprema della Russia, su richiesta del ministero della Giustizia, ha vietato l’attività dei testimoni di Geova su tutto il territorio nazionale, sostenendo che la congregazione sia “estremista” nonché causa “della distruzione delle famiglie e di incitamento all’odio”.
A cura di Charlotte Matteini
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Su richiesta del ministero della Giustizia, la Corte suprema russa ha vietato l'attività dei Testimoni di Geova su tutto il territorio nazionale definendo la loro organizzazione religiosa "estremista", sequestrandole ogni bene a favore dello Stato. A riportare la notizia è l'agenzia Tass, che annuncia inoltre che l'organizzazione religiosa ha intenzione di impugnare la sentenza. Le autorità russe hanno inserito alcune pubblicazioni in una lista di letture bandite perché ritenute estremiste e secondo i giudici i Testimoni di Geova sarebbero "causa della distruzione di famiglie e di incitamento all'odio. La sentenza sta facendo molto discutere e molti Testimoni di Geova stanno duramente protestando e sostenendo che in Russia la situazione sia davvero drammatica. Christian Di Blasio, dell’Ufficio Informazione Pubblica della Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova, sta cercando di  sensibilizzare l'opinione pubblica italiana sul tema, coinvolgendo inoltre le istituzioni parlamentari. "Che cosa sta succedendo esattamente? In poche parole, è in corso un processo presso la Corte Suprema Russa attraverso il quale il Ministero della Giustizia sta cercando di sciogliere il Centro Amministrativo dei TdG in Russia e le 395 associazioni locali ancora operative. Pare insomma che il governo voglia eliminare i Testimoni di Geova dalla Russia. Con quale accusa? Estremismo!", spiega Di Blasio. "Nelle scorse settimane i Testimoni di Geova hanno deciso di lanciare una campagna epistolare a livello globale per fare appello direttamente al presidente Putin, al Cremlino e ai funzionari della Corte Suprema e si ritiene che siano state scritte e inviate in Russia almeno 10 milioni di lettere".

Il 22 marzo scorso, alla Camera, nel convegno organizzato dal CESNUR ‘Libertà di religione e credo. Diritti umani, dialogo e inclusione sociale', Massimo Introvigne, presidente del Centro Studi sulle Nuove Religioni e uno dei più noti sociologi delle religioni su scala internazionale, ha denunciato la vicenda, sostenendo che l'ipotetica messa al bando dei Testimoni di Geova sarebbe "uno degli attacchi più gravi alla libertà religiosa": “Se veramente i Testimoni di Geova dovessero essere messi al bando, totalmente vietati, nell’immenso territorio russo, questo sarebbe uno degli attacchi più gravi alla libertà religiosa del ventunesimo secolo. Ed è un attacco che si consuma ampiamente nel silenzio dei paesi occidentali che magari sono critici sulla Russia per altre cose, ma non per queste gravissime violazioni della libertà religiosa. Credo che questo evento particolare che riguarda la Russia e i Testimoni di Geova, sia un grande campanello d'allarme di cose che potrebbero succedere – certamente nei Paesi vicini – ma che potrebbero succedere anche in Paesi che dalla Russia sono lontani culturalmente e geograficamente”.

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