La Russia dice che l’ospedale di Mariupol era sede del battaglione neonazista Azov
"L'ospedale pediatrico di Mariupol era utilizzato come base del battaglione Azov". A dirlo questa mattina il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, rispondendo ad una domanda sul bombardamento dell'ospedale e facendo riferimento al reparto militare ucraino neonazista. Secondo il russo "come avevamo indicato già il 7 o il 6 marzo scorso" l'ospedale pediatrico "era diventato una base del battaglione Azov e le donne e i bambini erano stati portati via". Poco dopo Dmitry Peskov, portavoce del Presidente russo Vladimir Putin, ha aggiunto che il Cremlino intende chiarire le circostanze relative all'attacco sull'ospedale pediatrico di Mariupol, chiedendo informazioni all'esercito russo. Lo riferisce l'agenzia Interfax citando le parole del funzionario: "Noi chiederemo sicuramente al nostro esercito perché, certo, non abbiamo un'informazione chiara su quello che è accaduto là. L'esercito fornirà probabilmente alcune informazioni".
Cos'è il battaglione Azov
La presenza del battaglione Azov tra le forze armate ucraine è stato uno dei pretesti utilizzati da Vladimir Putin 15 giorni fa per giustificare l'invasione del Paese e la sua "denazificazione". Ma di cosa parliamo? Nato nel maggio del 2014 dalla fusione di due compagini paramilitari provenienti dalla galassia dell’estrema destra ucraina. Azov è stato fondato da Andriy Biletsky, un militante neonazista, ed è stato impiegato nella riconquista di Mariupol. Il reggimento conterebbe oggi circa 2milia militari arruolati, anche se come ricorda Domani "aggiungendo le altre organizzazioni legate al gruppo, il partito Corpo nazionale e le organizzazioni paramilitari non affiliate all’esercito, si arriva probabilmente a circa 10mila persone". Una forza di tutto rispetto, quindi, esplicitamente ispirata a ideali neonazisti e xenofobi e protagonista – prima della guerra – di aggressioni a migranti, omosessuali e antifascisti e per questo accusata dall'ONU e dall'Osce di crimini di guerra.