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Guerra in Ucraina

“La rivoluzione inizia adesso”: parla Gallyamov, ex autore dei discorsi di Putin che predisse il golpe

Il politologo Gallyamov ha parlato della rivolta contro Mosca annunciata (e poi ritrattata) da Prigozhin e di cosa potrebbe provocare la sua azione all’interno del Cremlino. “Se Prigozhin ha un progetto politico, la popolazione potrebbe seguirlo – ha affermato – Ma comunque vada a finire, il capo della Wagner ha iniettato il veleno che finirà per uccidere il regime”.
Intervista a Abbas Gallyamov
Politologo autore di diversi discorsi per Vladimir Putin tra il 2008 e il 2010
A cura di Riccardo Amati
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“Nessun supporto tra le élite, che di lui hanno paura, ma la società potrebbe sostenere la rivolta di Yevgeny Prigozhin”. E farla diventare rivoluzione. Lui deve solo “risolvere la sua personale incoerenza” e dichiarare una volta per tutte “che vuole la fine della guerra, la rimozione di Putin e un nuovo presidente”. Abbas Gallyamov dal 2008 al 2010 ha scritto i discorsi di Vladimir Putin. Conosce bene la sua psicologia e come funzionano le cose all’interno del Cremlino. Ha sempre detto che a Mosca ci sarà un rivolgimento prima delle elezioni presidenziali del 2024, e che Putin si farà da parte o sarà costretto ad andarsene.

Bene, il rivolgimento è in atto.Il ritorno delle truppe Wagner alla loro base non significa che sia tutto finito. Nemmeno se Prigozhin emigra in Bielorussia, come ha detto il portavoce di Putin Dmitri Peskov. La minaccia per il regime rimane. Insieme a tutte le domande su come si è svolta finora questa vicenda. E torniamo così a intervistare il politologo russo. Lo raggiungiamo al telefono a Tel Aviv dove è emigrato con la famiglia per motivi di sicurezza.

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Dottor Gallyamov, la Russia rischia la guerra civile?

Quel che abbiamo visto finora ha senz’altro alcune delle caratteristiche di una guerra civile, ma è in effetti un tentativo di colpo di stato. Che, paradossalmente, non ha contenuto politico, almeno finora. Perché Prigozhin ha mosso guerra al potere senza senza dichiarare pubblicamente i propri obbiettivi. La sua posizione è debole, al momento. È estremamente contraddittorio, manca di logica e di coerenza.

In che senso? Mica le ha mandate a dire. Sono mesi che critica violentemente il governo, pur senza nominare Putin. E ha agito conseguentemente alle sue parole. Perché mancherebbe di coerenza?

 Perché voleva andare a Mosca per arrestare, o peggio, il ministro della Difesa Shoigu e il Capo di stato maggiore Gerasimov e poi continuare la guerra, secondo le sue parole. Ma come può continuare una guerra che solo poche ore prima aveva definito illegittima e fondata su falsi presupposti perché gli ucraini e la Nato — ha in pratica spiegato — neanche si sognavano lontanamente di attaccare la Russia? E allora quali sono gli obbiettivi di guerra?  Perché la gente dovrebbe andare a morire? Se dice che questa guerra è illegale, criminale e stupida dovrebbe poi dichiararsi contro di essa. Se dice che la Russia dal 2014 ha solo sfruttato i territori del Donbass, perché combatterla? Cosa vuole davvero Prigozhin adesso? Che gli oligarchi russi continuino a sfruttare i territori ucraini occupati? Non c’è logica.

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Ma proprio per queste sue critiche molta gente potrebbe sostenerlo, no?

Ma non si vede un progetto chiaro. Nessuno può diventare un leader politico senza un progetto. E per ora Prigozhin non lo sta offrendo. Forse lo farà nelle prossime ore. E allora sarebbe l’inizio di una rivoluzione. Dobbiamo solo attendere.

Lei all’inizio dell’anno disse disse che si aspettava un colpo di Stato contro Putin entro il 2024. Ma pensava a una rivolta armata di questo tipo?  

Mi aspettavo qualsiasi cosa. Perché la guerra sta diventando sempre meno popolare, tra i civili e anche tra i militari. E in uno stato autoritario quando una guerra impopolare continua troppo a lungo, va a finire male. Proteste popolari a ammutinamenti militari diventano all’ordine del giorno. Si può arrivare alla rivoluzione. È sempre successo.

Ma l’obbiettivo contro cui Prigozhin si è mosso è solo Shoigu insieme ai vertici militari? O è più in alto?

Dato che definisce la guerra “illegittima” e ha minacciato — e in parte intrapreso —  la marcia su Mosca, il vero obbiettivo è Putin, non Shoigu. Perché Shoigu è un tecnico, non è una personalità politica. Non si può fare un ammutinamento contro un tecnico, né tantomeno una rivoluzione. Quello di Prigozhin è un progetto politico, diretto contro Putin, anche se Prigozhin non ha mai pronunciato il suo nome.

Perché figure politiche come il primo ministro Mishustin o il sindaco di Mosca Sobyanin tacciono? C’è da aspettarsi qualche sorpresa, da loro?  

Tacciono solo perché gli eventi stanno sviluppandosi in un ambito militare che è fuori dal loro controllo e dai loro diretti interessi. Non vedo altri motivi.  

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Ma Prigozhin non ha qualche sostegno nelle élite vicine al potere?

Mi sembra davvero improbabile. Hanno tutti paura di Prigozhin. Magari sono anche d’accordo su alcune delle cose che dice. Ma è un personaggio troppo pericoloso, troppo imprevedibile. Non gioca secondo le regole. Le élite hanno paura di lui.

E nella società, come è vista la sua azione?

Potrebbe avere supporto, se risolvesse le sue incongruenze e dicesse che vuole la pace. La gente è davvero stanca della guerra.

Al di là dell’esito militare di questa vicenda, per il Cremlino ci sarà comunque un costo politico? Putin ha lasciato che le cose con Prigozhin arrivassero a questo punto. Qualcuno glene darà la colpa, anche se la rivolta venisse sedata?

Sicuramente. Anche se Putin riuscisse a far ammazzare Prigozhin, perché a questo punterà, sul lungo termine questa situazione danneggia comunque il regime. Perché il capo della Wagner ha iniettato un veleno nella narrativa secondo la quale questa guerra è giusta e legale ed è stata provocata da una fantomatica volontà di aggressione da parte di Kyiv e della Nato. Quindi, ha iniettato veleno nel cuore dello Stato.

I soldati inizieranno a porsi molte più domande sulle ragioni per cui combattono e probabilmente non troveranno risposte. Per arricchire ancor di più Putin e gli oligarchi? Per far rubare ancor più soldi ai generali? Prima i cosiddetti patrioti russi potevano snobbare questo tipo di questioni perché tipiche degli “agenti stranieri”, degli oppositori filo-occidentali come Navalny e altri che vengono definiti “traditori”. Ma che traditore è mai Prigozhin. E il più patriota dei patrioti, secondo la logica del patriottismo di regime. Lo ha provato. È stato il comandante più efficace contro le forze nemiche. Quindi, qualsiasi sarà la fine di Prigozhin, il veleno che ha iniettato nel sistema continuerà ad agire. Nelle élite e nella società.

A proposito di veleno, Prigozhin è spacciato? Verrà ucciso?

La sua sorte non è scritta. Se la smetterà di lottare con una mano sola come sta facendo adesso, se dichiarerà qual è il suo progetto politico, se dirà che vuole la fine della guerra, la rimozione di Putin e un nuovo presidente può anche vincere la battaglia. Potrebbe avere seguito tra la popolazione.

Quello di una rivoluzione innescata da Prigozhin è uno scenario probabile?

Sì, certo. Non lo escluderei per niente.

 

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