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La reazione degli USA all’uccisione dell’ambasciatore: navi da guerra verso la Libia

Il Pentagono ha deciso di inviare droni e navi, pronto anche un contingente di marines a Tripoli. Questa la reazione di Obama all'”oltraggio” perpetrato da Al Qaeda contro gli Stati Uniti ieri a Bengasi, dove hanno perso la vita “quattro americani straordinari”.
A cura di Biagio Chiariello
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La reazione degli USA all'uccisione dell'ambasciatore: navi da guerra verso la Libia

«Vogliamo che sia fatta giustizia e giustizia sarà fatta», ha assicurato Barack Obama, commentando l'attentato contro il consolato americano a Bengasi, rivendicato da Al Qaeda e costato la vita ad un ambasciatore e ad altri tre statunitensi, «quattro persone straordinarie» le ha definite l'inquilino della Casa Bianca. La risposta degli Stati Uniti è arrivata stamattina: l'Associated Press, citando fonti ufficiali, fa sapere che due navi da guerra statunitensi si stanno dirigendo verso le coste libiche. Inoltre, come affermato la CNN il Pentagono ha è pronto a far volare i droni sui cieli della Libia per identificare i campi di addestramento dei gruppi terroristi collegati dell’attacco.

La decisione di passare alla linea dura da parte degli Stati Uniti, viene presentata da una fonte dell'amministrazione del premio Nobel per la pace come «misura precauzionale». Obama ha assicurato che «i legami con la Libia non saranno spezzati», dal momento che la stessa gente di Bengasi è intervenuta per contrastare l'attacco terroristico di ieri, soccorrendo e portando in ospedale lo stesso console Chris Stevens. Ma il Presidente americano ha parlato anche di un «oltraggio», avvenuto peraltro all'indomani dell'undicesimo anniversario dall'11/9. Per questo «dobbiamo assicurarci di continuare a esercitare pressione su Al Qaida e gli affiliati in altre parti del mondo, come il Nord Africa e il Medio Oriente». Questa è una cosa che sono determinato a fare». Oltre alle due navi da guerra (sono la USS Laboon e la USS McFaul, armate con missili Tomahawk) e ai droni, a Tripoli arriveranno 200 marines delle forze antiterrorismo. Decisa anche l'evacuazione del personale americano diplomatico e non dalle varie sedi in Libia.

Ancora non è chiaro cosa è accaduto ieri. Tutto è cominciato al Cairo proprio l'11 settembre, con le dimostrazioni violente da parte di manifestanti contro il controverso film anti-Islam "Innocence of Muslims" che hanno portato all'assalto dell'ambasciata nella capitale egiziana, documentato da scritte come "Osama bin Laden riposi in pace". Quindi l'attentato al consolato di Bengasi nel quale Chris Stevens è morto per asfissia a causa di un incendio (le foto dei suoi ultimi momenti di vita sono terribili), riferisce il corrispondente di al-Jazeera. Ma la concomitanza con quella fatidica data non può non far pensare. Secondo il think tank britannico Quilliam, citato oggi dalla CNN, i fatti di Bengasi sarebbero stati in realtà pianificati da al Qaeda per vendicare la morte di Abu Yaya al-Libi, il numero due dell'organizzazione terroristica, ucciso a giugno.
In tutto ciò, c'è il timore che tra il film su Maometto e l'arrivo delle forze militari in Libia si possano creare nuove tensioni e violenze con i ribelli, anche quelli non legati all'Islam, che già parlano di «invasione Usa».

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