La proposta che arriva dal Regno Unito: fare santa la regina Elisabetta II
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Santa Elisabetta da Windsor. È questa la provocazione che arriva dal Regno Unito e che è stata messa nero su bianco dal giornalista Charles Moore che, sulle pagine del settimanale britannico The Spectator spiega come e perché sarebbe possibile e giusto pensare a una canonizzazione della defunta sovrana britannica.
"Se la Chiesa anglicana volesse davvero farlo – scrive Moore – questo sarebbe il miglior momento per iniziare la procedura”. Ipotizzare che la regina Elisabetta II, morta lo scorso 8 settembre all'età di 96 anni, sia proclamata santa, non sarebbe così assurdo secondo il reporter britannico che sottolinea come la regina avesse già due caratteristiche formali per la santità. Si tratta della virtù eroica riconosciuta da quella che un tempo era la Chiesa d'Inghilterra e di due miracoli riconosciuti.
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In questo ultimo caso, secondo Moore, non sarebbe difficile trovare dei testimoni: “Il mondo è pieno di persone che credono che la regina li abbia guariti in qualche modo”. E man mano che il suo culto cresce, aumenteranno anche gli esempi postumi di miracoli compiuti dalla regina. La posizione della Chiesa anglicana, di cui è a capo proprio la regina o il re, ha una posizione precisa sulla santità e sui processi di canonizzazione: accetta infatti le canonizzazioni pre-Riforma, ma non ne ha mai effettivamente proposte di nuove.
La figura della regina Elisabetta, fortemente critica sotto molti aspetti all'estero, è invece amata nel Regno Unito. A lei è stato infatti riconosciuto il merito di aver mantenuto il posto della Corona al centro della vita nazionale e di aver rafforzato i legami tra la Corona e il paese: “La fedeltà per tutta la vita alle promesse di servizio – la sua attenzione agli altri prima che a sé stessa – così come la sua onestà, integrità e modestia personale – ha spiegato a Fanpage.it, lo storico e giornalista Matthew Dennison – sono diventate un fulgido esempio per coloro che fanno parte della vita pubblica, e sulla scia della sua morte è una sensazione diffusa in Gran Bretagna che tutti possiamo essere ispirati dal suo esempio.
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