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La presidenza del Consiglio Ue passa alla Francia, cosa devono aspettarsi gli altri Stati membri

Dal 1° gennaio la presidenza del Consiglio Ue è passata dalla Slovenia alla Francia. Gli eurodeputati francesi hanno ben chiaro cosa aspettarsi dal semestre Ue guidato da Emmanuel Macron: vediamo cosa questo significherà per il Parlamento europeo e per gli altri Stati membri.
A cura di Annalisa Girardi
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Dal 1° gennaio 2022 la presidenza di turno del Consiglio dell'Unione europea è passata alla Francia. Toccherà quindi a Emmanuel Macron coordinare i negoziati, gli incontri e l'agenda del Consiglio Ue, ma anche definirne le priorità. Ovviamente tutto ciò si rifletterà anche sul Parlamento europeo. Gli eurodeputati francesi hanno già messo in chiaro quali sono le loro aspettative per questo semestre: lotta al cambiamento climatico, salario minimo, una risposta giusta e sociale alla crisi sanitaria, priorità allo stato di diritto e rafforzamento dell'Unione europea. Cosa si devono aspettare gli altri Stati membri dalla presidenza francese?

Già nel suo discorso di fine anno ai francesi Macron aveva messo in chiaro che il 2022 avrebbe dovuto essere l'anno della "svolta europea". I tre obiettivi principali che il Paese si è posto per il suo semestre Ue sono in parte quelli citati anche dagli europarlamentari: transizione ambientale, salario minimo in tutta l'Unione europea e la regolamentazione del digitale.

Chiaramente però resterà centrale anche il tema della lotta alla pandemia di coronavirus e quello della campagna vaccinale. "Siamo stati la quarta presidenza del Consiglio UE a svolgersi durante la pandemia di COVID-19 e abbiamo fatto del nostro meglio per tenere i colloqui più importanti di persona", aveva detto nel discorso di fine mandato il premier sloveno Janez Janša. La Francia dovrà quindi provare a coordinare, un compito che abbiamo visto non essere sempre semplice in questi anni, la risposta europea al virus. Ma non solo: sarà anche fondamentale lavorare insieme per la ripresa e la ricostruzione delle società europee dopo la crisi, assicurandosi che non aumentino le diseguaglianze e i divari che la pandemia ha acuito. E infine, ormai da anni al centro dei dibattiti europei, la presidenza francese dovrà anche essere caratterizzata dai colloqui per la riforma del sistema migratorio.

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