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La polizia sigilla la miniera, minatori abusivi intrappolati, 87 morti: “Mangiato cadaveri per sopravvivere”

Racconti agghiaccianti di cannibalismo emergono dai sopravvissuti al disastro minerario di Stilfontein dove 78 persone sono morte e 246 sopravvissute dopo che il governo sudafricano ha chiuso gli ingressi delle miniere illegali intrappolando migliaia di persone all’interno.
A cura di Antonio Palma
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“Hanno tagliato parti di gambe e braccia di cadaveri per sopravvivere” così alcuni minatori sopravvissuti hanno raccontato gli episodi di cannibalismo e l’inferno vissuto nelle miniere del Sud Africa dopo essere stati letteralmente seppelliti vivi per mesi dalle autorità locali che hanno sigillato gli ingressi per punire i minatori illegali. Racconti terribili che stanno emergendo dai sopravvissuti al disastro minerario di Buffelsfontein, nella città di Stilfontein, a sud-ovest di Johannesburg, che ha sconvolto ma anche diviso il Sudafrica.

L’operazione di polizia, iniziata ad agosto, ha previsto la chiusura di quasi tutti gli ingressi della vecchia miniera abbandonata tranne pochissimi punti sorvegliati dai quali chi usciva veniva fermato. Interrompendo le consegne di cibo e acqua alla miniera, in migliaia sono rimasti intrappolati all’interno nei vari cunicoli usati per racimolare qualcosa. Nelle settimane successive man mano oltre 2mila persone sono riemerse ma centinaia invece sono rimaste intrappolate.

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I soccorritori hanno recuperato 78 cadaveri e 246 sopravvissuti

La polizia infatti aveva affermato che era troppo pericoloso entrare nel dedalo di cunicoli per affrontare bande criminali armate così ha bloccato le forniture di viveri e gli ingressi per fare uscire tutti. Quando gran parte erano già usciti però, a dicembre si è scoperto che all’appello mancavano centinaia di persone e i giudici hanno ordinarono alle autorità di ingaggiare una società di soccorso minerario per recuperare gli intrappolati. Così è emersa una strage. Alla fine della operazione di recupero, la scorsa settimana, i soccorritori hanno recuperato 78 cadaveri e 246 sopravvissuti dai pozzi abbandonati di una delle miniere più profonde del Paese. Proprio da questi ultimi sono arrivati i racconti agghiaccianti.

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Il cannibalismo unica opzione rimasta per sopravvivere

Due minatori sudafricani, entrati in un pozzo nel luglio 2024 lavorando alle linee di rifornimento dei minatori illegali, hanno rivelato al Telegraph di aver sentito sopravvissuti parlare di atti di cannibalismo e di pezzi di corpi umani tagliati e mangiati. “Hanno deciso che era la loro unica opzione rimasta per sopravvivere” hanno spiegato.

Analoghi racconti sono arrivati dai soccorritori che si sono calati nei pozzi della miniera per recuperare i cadaveri e i sopravvissuti. “Quando ho parlato con i minatori, mi hanno detto che alcuni di loro hanno dovuto mangiare altre persone all'interno della miniera perché non c'era modo di trovare cibo. E mangiavano anche gli scarafaggi" ha raccontato uno di loro alla Bbc.

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Anche altri sopravvissuti salvati a dicembre, in dichiarazioni presentate davanti ai giudici, hanno sostenuto che alcuni avrebbero fatto ricorso al consumo di carne umana per sopravvivere. "Da settembre a ottobre 2024, l'assenza anche dei beni di prima necessità è stata assoluta e la sopravvivenza è diventata una lotta quotidiana contro la fame", ha dichiarato un minatore.

Le proteste degli attivisti: "Massacro di Stato"

Per gli attivisti che aiutano la comunità locale, la morte delle 87 persone nella miniera equivale a un "massacro" perpetrato dalle autorità. Il governo, che ha avviato la repressione dell'attività mineraria illecita attraverso l'operazione Vala Umgodi che significa "chiudi il buco", sostiene invece che era l’unica soluzione. "Se vai in un posto pericoloso come una miniera abbandonata e ci resti per circa tre mesi, morendo di fame, come può diventare responsabilità dello Stato?" ha sostenuto il ministro delle miniere.

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