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Conflitto Israele-Palestina e in Medio Oriente

La poliomielite ritorna a Gaza dopo 25 anni, l’UNICEF: “Serve pausa per vaccinare subito 340mila bambini”

Andrea Iacomini, portavoce di UNICEF Italia, a Fanpage.it dopo la notizia del primo caso di poliomielite a Gaza dopo 25 anni: “Chiediamo pausa anti-polio. Dobbiamo vaccinare il 95% dei bambini prima che sia troppo tardi. La diffusione della malattia, che per altro è molto veloce, è una minaccia per la Striscia ma anche per i paesi vicini”.
A cura di Ida Artiaco
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"La ricomparsa della polio a Gaza dopo un quarto di secolo è un segnale molto preoccupante perché la situazione è caotica, disperata e anche molto pericolosa. Non possiamo consentire il diffondersi della malattia che per altro è molto veloce e diventa una minaccia non solo per i bambini della Striscia ma per quelli di tutta la Regione. Questa è una situazione che va assolutamente impedita. Per questo chiediamo una pausa anti-polio".

A parlare a Fanpage.it è Andrea Iacomini, portavoce di UNICEF Italia, che ha così commentato la notizia, diffusa ieri, della comparsa del primo caso di poliomielite a Gaza dopo ben 25 anni. Secondo quanto reso noto dal ministero della Salute palestinese, il 23 giugno scorso è stato rilevato il poliovirus tipo 2 in campioni delle acque fognarie o stagnanti con le quali convivono i quasi due milioni di palestinesi sfollati all'interno dell'enclave.

Andrea Iacomini (Facebook).
Andrea Iacomini (Facebook).

"Il fatto che una malattia come questa colpisca soprattutto i bambini è molto preoccupante – ha aggiunto Iacomini -. È chiaro che per prevenire la polio c'è bisogno di condizioni sul campo che non sono state presenti a Gaza per 10 mesi. Serve l'accesso alle forniture necessarie, alla sicurezza per gli operatori sanitari che dovranno somministrare i vaccini. Ecco perché noi chiediamo una pausa anti-polio, perché i vaccini devono arrivare a Gaza e devono essere distribuiti in sicurezza e prima che sia troppo tardi".

L'UNICEF, insieme all'OMS, ha chiesto alle parti in conflitto una pausa umanitaria di 7 giorni per consentire lo svolgimento di due cicli della campagna vaccinale. "È necessario che i bambini e le famiglie raggiungano le strutture per la somministrazione e che gli operatori possano a loro volta raggiungere coloro che sono impossibilitati a muoversi. Senza le pause è chiaro che non è possibile farlo. Si pensi che durante ogni tornata della campagna noi daremo due gocce del vaccino a 340mila bambini sotto i 10 anni", ha precisato Iacomini, che ha aggiunto: "Abbiamo pronte milioni di dosi, circa un milione e mezzo, che saranno consegnate nella Striscia. La consegna dei vaccini però, con una attenzione alla catena del freddo, deve passare per l'aeroporto Ben-Gurion di Tel Aviv quindi è fondamentale che il trasporto venga facilitato nella fase del viaggio. Ma c'è bisogno di una pausa-polio".

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Iacomini ha anche spiegato che "per evitare il rischio di una ricomparsa della malattia dobbiamo coprire il 95% dei bambini. Avevamo fatto un lavoro importante, Gaza era stata liberata dalla polio negli ultimi 25 anni, ma d'altronde già 10 mesi mesi fa avevamo già detto che sarebbe successo. Questa è una minaccia per Gaza ma anche per i paesi vicini e il cessate il fuoco è l'unica soluzione. Anche perché la vita dei bambini della Striscia non è più una vita. Non c'è un posto sicuro, stanno finendo il cibo, l'acqua, i medicinali e il carburante. I sistemi ingienico-sanitari sono sovraccarichi, addirittura 7 volte le loro capacità. Le famiglie hanno chiesto del sapone, ora usano acqua e sale per curare le eruzioni cutanee dei bambini. I medici ci hanno raccontato che non hanno capacità di medicine per curarle. Non dimentichiamo anche le gravi violazioni psicologiche, anche dei bimbi israeliani. A noi interessa che i minori siano al centro dell'attenzione internazionale".

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