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La peggiore epidemia di dengue nella storia del Bangladesh provoca più di 1000 morti

Il Paese asiatico è colpito dall’epidemia di dengue, malattia trasmessa dalle zanzare che in casi più gravi può portare perfino alla morte. Il capo dell’Oms: “La malattia sta esercitando un’enorme pressione sul sistema sanitario”.
A cura di Matteo Pelliccia
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Più di mille persone in Bangladesh sono morte di febbre dengue dall’inizio dell’anno: si tratta della peggiore epidemia mai registrata nel Paese della malattia trasmessa dalle zanzare. I dati della Direzione generale dei servizi sanitari del Paese, pubblicati nella sera di domenica 1 ottobre, affermano che sono morte 1.006 persone, tra oltre 200.000 casi confermati.

L’ex direttore generale della polizia in Bangladesh, Be-Nazir Ahmed, ha detto: "Il numero di morti quest’anno è stato superiore a quello di tutti gli anni precedenti messi insieme dal 2000. È un enorme evento sanitario, sia in Bangladesh che nel mondo".

Tra i morti, secondo i dati ufficiali, ci sono 112 bambini di età pari o inferiore a 15 anni, compresi i neonati.  Secondo le autorità sanitarie del Bangladesh, nel solo mese di settembre sono stati segnalati oltre 79.600 casi e 396 decessi. Le cifre di quest’anno fanno impallidire il precedente dato del 2022, quando furono registrati 281 decessi in totale.

Gli esperti hanno attribuito l’epidemia in Bangladesh di quest’anno alle precipitazioni irregolari e alle temperature più calde durante la stagione annuale dei monsoni che hanno creato condizioni ideali per la riproduzione delle zanzare.

La dengue è una malattia endemica delle aree tropicali che provoca febbre alta, mal di testa, nausea, vomito, dolori muscolari e, nei casi più gravi, emorragie che possono portare alla morte.

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Nota anche come febbre spezzaossa, è endemica in più di 100 paesi e, secondo quanto riporta l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ogni anno vengono infettate da 100 a 400 milioni di persone.

In Bangladesh, le epidemie di dengue erano state generalmente limitate ai centri urbani densamente popolati come la capitale Dacca – che ospita più di 20 milioni di persone – ma "quest’anno le infezioni si sono diffuse rapidamente in ogni distretto del paese, comprese le aree rurali", come evidenzia l’OMS.

Il Paese ha cominciato a registrare casi di dengue a partire dagli anni Sessanta: tuttavia, la prima epidemia di febbre emorragica dengue, un sintomo grave e talvolta fatale della malattia, è stato documentato nel 2000. Il virus che causa la malattia è ora endemico in Bangladesh, che dall’inizio del secolo ha registrato un trend di peggioramento dei focolai.

La maggior parte dei casi in Bangladesh si registra generalmente durante la stagione dei monsoni da luglio a settembre, i mesi che portano la stragrande maggioranza delle precipitazioni annuali del paese, insieme a inondazioni e smottamenti occasionali.

Negli ultimi anni, però, gli ospedali del Bangladesh avrebbero iniziato ad accogliere pazienti affetti dalla malattia anche durante i mesi invernali.

Anche il capo dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, si è espresso sull’epidemia, evidenziando come questa stia “esercitando un’enorme pressione sul sistema sanitario” in Bangladesh.

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