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Covid 19

La nuova variante filippina del Covid-19 è arrivata in Europa: identificati due casi in Inghilterra

Sono stati identificati nel Regno Unito due casi di variante filippina del Covid-19: uno di questi è collegato a viaggi internazionali mentre sull’altro è in corso un’indagine. Della nuova mutazione, scoperta nel paese asiatico all’inizio di marzo, si sa ancora poco, ma pare che possa essere più contagiosa del ceppo originario.
A cura di Ida Artiaco
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Dopo le varianti inglese, brasiliana e sudafricana, gli studiosi ne stanno analizzando una nuova, la variante filippina. La quale è già arrivata in Europa. Nelle scorse infatti sono stati identificati due casi collegati a questa mutazione, chiamata P.3, scoperta per la prima volta nelle Filippine il 9 marzo scorso, nel Regno Unito. Il ministero della Salute, secondo quanto riporta il quotidiano The Guardian, ha confermato che questo ceppo contiene una serie di mutazioni come la E484K, la stessa che si trova nella variante di Manaus (P.1) e che cambia la forma della proteina spike, cioè la parte del virus responsabile del legame con le cellule umane, rendendola meno riconoscibile agli anticorpi prodotti dall'infezione naturale o dalla vaccinazione. Il che suggerisce che P.3 potrebbe essere più resistente ai vaccini anti Covid-19 in fase di distribuzione, ma si tratta al momento solo di ipotesi. La Public Health England ha aggiunto che uno dei casi è collegato a viaggi internazionali, mentre l'altro è ancora oggetto di indagine, ma non sono stati forniti ulteriori dettagli.

Di questa variante al momento dunque si sa ancora poco. I ricercatori sono al lavoro per scoprire se è vero, come sembra, che sia più contagiosa e soprattutto per capire se è anche più aggressiva del ceppo originario. Le autorità mediche filippine hanno scoperto 34 casi di infezioni legate a questa mutazione fino all'inizio di questo mese ma diventati già 98 al 9 marzo. Una è stata individuata anche su un uomo arrivato all'aeroporto di Narita, a Tokyo. Come ha riferito il ministro della Salute nipponico, si tratta di un passeggero di circa 60 anni, che era giunto in Giappone il 25 febbraio dal Paese del Sud-est asiatico, risultando positivo ai controlli, anche se asintomatico. Un ulteriore esame all'Istituto nazionale di malattie infettive ha rivelato che si tratta proprio dello stesso ceppo dell'agente patogeno segnalato nelle Filippine.

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