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La nonna di 106 anni espulsa dalla Svezia: “La sua età non dà diritto all’asilo”

Bibihal Uzbek, la rifugiata più anziana al mondo, era arrivata in Svezia nel 2015. Un viaggio estenuante sulle spalle del nipote diciannovenne. Sta per compiere 107 anni ma l’ufficio immigrazione svedese ha rifiutato la sua domanda d’asilo. Dovrà lasciare il Paese anche se il ritorno in Afghanistan potrebbe esserle fatale.
A cura di Mirko Bellis
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Bibihal Uzbek assieme al nipote nella loro dimora in Svezia (Foto Al Jazeera)
Bibihal Uzbek assieme al nipote nella loro dimora in Svezia (Foto Al Jazeera)

Nel 2015, quando Bibihal Uzbek arrivò nel paesino di Hova, in Svezia, aveva 105 anni. Proveniente da Kunduz, capoluogo dell’omonima provincia settentrionale afghana, non si era rassegnata a vivere tra bombe e povertà. Assieme al figlio di 67 anni e al nipote di 19, intraprese un viaggio lungo 20 giorni attraverso l’Iran e la Turchia fino alle porte dell’Europa. La storia di questa migrante aveva commosso i volontari della Croce Rossa la prima volta che la incontrarono nel campo profughi di Opatovac in Croazia e videro i suoi documenti d’identità. Un viaggio estenuante, non esente da difficoltà: “Qualche volta sono caduta. Ho anche delle ferite sulla testa. Ma sto bene…”, aveva detto al personale umanitario in quei giorni impegnato a soccorrere le migliaia di disperati arrivati attraverso la rotta balcanica. Ma il sogno di quella che è stata definita la migrante più longeva al mondo era quello di raggiungere la Svezia.

Nel Paese scandinavo, purtroppo, Bibihal non ha trovato la tranquillità sperata. Mancano poche settimane perché spenga 107 candeline, ma l’ufficio immigrazione svedese ha rifiutato la sua domanbda d’asilo. La decisione, se non dovesse essere rivista, comporterà la deportazione della donna e dei suoi familiari. "Ha centosei anni, non vede, non parla, non cammina ed è malata. Non capisco, perché?”, ha detto Mohammad, il nipote che durante il cammino per montagne, deserti, mari talvolta l'ha portata sulle sue spalle. Dopo aver appreso la notizia, la donna ha subito un arresto cardiaco e dalla sua bocca non è uscita più nessuna parola. I parenti affermano che non ha nessuna possibilità di sopravvivere ad ipotetico viaggio di ritorno in Afghanistan.

Da parte sua, l’ufficio immigrazione svedese ha dichiarato: "Possiamo confermare che abbiamo deciso l’espulsione, ma la questione è ora nei tribunali. Non possiamo commentare di più su questo caso particolare, però in generale quando consideriamo le richieste d’asilo, l'età avanzata non è di per sé motivo di asilo". Per le autorità svedesi, Kunduz è considerata una città abbastanza sicura e pertanto la famiglia Uzbek può ritornarci. Visione opposta, invece, quella di Mohammad: "In Afghanistan c'è la guerra, la morte, ci sono i talebani e adesso anche l'Isis. Non riesco a capire perché vogliono rimandarci là. Molte persone sono morte quest'anno".

La Svezia considera che il livello di violenza nel Paese asiatico non abbia raggiunto un livello tale da giustificare la concessione del diritto d'asilo ad ognuno dei rifugiati afghani. "Migrationsverket (l’ufficio immigrazione svedese, ndr) segue costantemente la condizione della sicurezza in Afghanistan e la nostra valutazione è che la situazione rimane grave. Tuttavia, ci sono grandi differenze tra le 34 province afghane e alcune aree sono considerate sicure”, hanno dichiarato le autorità svedesi. “È ancora possibile tornare in varie regioni e pertanto sarà necessario verificare individualmente ciascun caso”, ha affermato Fredrik Beijer, direttore degli affari legali presso l'ufficio immigrazione. Nel 2015, erano stati circa 163.000 i rifugiati di diversa nazionalità che avevano inoltrato la domanda di asilo in Svezia. Un numero che si è ridotto notevolmente dopo la chiusura della rotta balcanica: nel 2017 sono stati poco più di 13.000, una quota inferiore rispetto alle previsioni delle stesse autorità svedesi. Nel frattempo, Bibihal attende che la corte incaricata di valutare il suo appello contro la decisione di espulsione emetta il proprio verdetto.

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