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Guerra in Ucraina

La Nato dice che l’ingresso dell’Ucraina è “irreversibile”, cosa succede ora

La Nato sosterrà l’Ucraina nel suo “percorso irreversibile” verso l’ingresso nel’Alleanza atlantica, e nel frattempo continuerà a inviare armamenti, inclusi i jet da combattimento F-16 richiesti da tempo. Sono alcune delle conclusioni del vertice di Washington per i 75 dell’alleanza militare.
A cura di Luca Pons
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I Paesi membri della Nato sosterranno il "percorso irreversibile" dell'Ucraina verso l'ingresso nell'Alleanza atlantica. È il risultato delle discussioni al vertice di Washington, giunto al termine, sul delicato tema del futuro di Kiev. Gli Stati alleati hanno concordato anche un piano da 40 miliardi di euro di aiuti militari all'Ucraina per il prossimo anno: è inclusa anche la spedizione di jet da combattimento F-16 e sistemi di difesa aerea.

Il vertice per i 75 anni dell'Alleanza atlantica non ha stabilito delle tempistiche chiare per l'ingresso dell'Ucraina. D'altra parte, la guerra nata dall'invasione russa è ancora in corso, e fino a quando il conflitto non sarà terminato non si può pensare che il governo di Kiev entri a far parte della Nato: sarebbe come dichiarare il coinvolgimento diretto dei Paesi alleati nella guerra.

In ogni caso, il supporto per l'Ucraina da parte della Nato non terminerà, perché "non è beneficenza, è nell'interesse della nostra stessa sicurezza", ha detto il segretario uscente della Nato Jens Stoltenberg, che da ottobre sarà sostituito da Mark Rutte. I caccia F-16, che sono prodotti dagli Stati Uniti, sono già in trasferimento dalla Danimarca e dai Paesi Bassi, ha fatto sapere il segretario di Stato degli Usa Antony Blinken. È la prima volta che l'Ucraina li riceve, dopo oltre un anno di richieste.

Proprio il rafforzamento degli armamenti ucraini, insieme a un nuovo centro di coordinamento Nato per gli aiuti e per l'addestramento dell'esercito di Kiev, sono i primi passi su quel "ponte verso l'ingresso dell'Ucraina", hanno detto gli Stati membri in una dichiarazione concordata. La Russia "resta la minaccia più significativa e diretta" per la sicurezza atlantica, e ora che l'Ucraina ha fatto "progressi concreti" per quanto riguarda "le riforme economiche, di sicurezza e democratiche" la strada è in discesa.

La questione delle tempistiche, comunque, non è secondaria. A differenza di quanto il governo ucraino avrebbe potuto aspettarsi – il presidente Volodymyr Zelensky era presente a Washington per una serie di incontri bilaterali –  non c'è nessuna indicazione nemmeno su quando arriverà un invito formale a entrare nella Nato: il passo sarà compiuto solo quando "le condizioni saranno raggiunte", ma non si esplicita nel dettagli quali siano le condizioni, al di là del termine del conflitto.

Nel frattempo, si legge comunque nel documento, l'Ucraina continuerà il suo "lavoro cruciale" di riforma e di resistenza militare. I Paesi Nato in ogni caso continueranno a "sostenerla nel suo percorso irreversibile verso la piena integrazione euroatlantica, incluso l'ingresso nella Nato". Proprio l'utilizzo del termine "irreversibile", anticipato alcuni giorni fa, ha creato tensioni ma segna un passo decisivo, almeno sul piano degli impegni informali.

Il comunicato conclusivo ha anche toccato altri punti. C'è ad esempio un duro attacco alla Cina, che viene definita una "sostenitrice decisiva" per la guerra della Russia contro l'Ucraina. Termini decisi, che hanno immediatamente portato a una reazione diplomatica da parte della Cina: la delegazione presso l'Unione europea ha invitato la Nato a "smettere di gonfiare la cosiddetta minaccia cinese".

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