La morte Otto Warmbier rimarrà un giallo: i familiari non autorizzano l’autopsia
Molto probabilmente le cause della morte di Otto Warmbier rimarranno un mistero e non saranno mai note. I suoi familiari, infatti, hanno autorizzato esclusivamente l'esame esterno del cadavere senza dare il consenso ad effettuare un'autopsia completa. Il giovane, 22 anni, era stato detenuto per 17 mesi in un penitenziario in Corea del Nord ed era finito in coma mentre si trovava in cella per cause che, a questo punto, continueranno ad essere ignote. I medici dell'ospedale di Cincinnati che hanno avuto in cura il ragazzo negli ultimi giorni non hanno avuto il via libera dai suoi genitori ad effettuare un esame autoptico: sarà quindi necessario fare affidamento esclusivamente sui risultati della radiografia e sulle cartelle cliniche, mentre le cause delle lesioni neurologiche che si ipotizza siano state all'origine del decesso saranno ignote.
Otto Warmbier è morto pochi giorni dopo il suo rilascio da parte delle autorità della Corea del Nord. Il ragazzo era in coma da tempo e – per ragioni umanitarie – è stato riaccompagnato in patria. Secondo Pyongyang a determinare la perdita di coscienza sarebbe stata l'assunzione di un sonnifero che gli era stato somministrato in seguito a un attacco di botulismo dal quale il 22enne era stato colto al termine del processo. Il ragazzo, nato in Ohio e studente presso l'Università della Virginia, era stato arrestato in Corea del Nord nel gennaio 2016 durante un viaggio come turista. Due mesi più tardi è stato condannato a 15 anni di lavori forzati per aver tentato di rubare uno striscione appeso nell'hotel in cui alloggiava e recante uno slogan di propaganda a favore del regime nordcoreano.
Le circostanze della sua detenzione non sono mai state chiarite, né è noto il trattamento medico a cui è stato sottoposto in Corea del Nord. Membri del governo statunitense hanno ipotizzato che il 22enne possa essere stato maltrattato in carcere e di sicuro la sua morte non aiuta a distendere i rapporti tra Washington e Pyongyang. Non a caso Donald Trump ha commentato: "La morte di Otto è una vergogna. Se l'avessero scarcerato prima ora sarebbe ancora vivo".