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Opinioni

La morte di Valeria Solesin fa più male di quella di Giovanni Lo Porto?

Del perché alla morte di Giovanni Lo Porto non fu dedicata la copertura mediatica riservata a Valeria Solesin. In dieci punti.
A cura di Saverio Tommasi
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Lo dico chiaramente: no, a me non fa più male la prima morte rispetto alla seconda. A me fanno male entrambe, e le classifiche del dolore mi entusiasmano quanto le dichiarazioni dell'ultimo tronista di Maria de Filippi.
Per questo, io dico, ricordiamole entrambe, queste splendide persone. Senza classifiche ma con dieci punti fermi:

1) Per cercare la vita di Giovanni lo Porto non vi serve wikipedia, perché su wikipedia ci stanno tante stronzate ma una cosa importante come la sua biografia non c'è.

2) Non si può raccontare una vita in un elenco puntato di un articolo di giornale. Però si può provare a ricordare qualche profumo dell'impegno di Giovanni Lo Porto, e perciò: cooperante ucciso da un drone durante un raid americano in Pakistan. Uomo che aveva scelto di aiutare gli ultimi entrando nelle loro vite a piedi scalzi, e per la cui morte Obama si è scusato ("ops, scusate").

3) La copertura mediatica che ha avuto Valeria Solesin, il cooperante Giovanni Lo Porto non l'ha avuta. Per tanti motivi, alcuni anche comprensibili: Valeria è stata uccisa in una capitale europea durante i più feroci e coordinati attacchi terroristici in Occidente dall'11 settembre.
Che i mezzi mediatici, non tutti ma quasi tutti, facciano schifo e procurino il vomito, non c'è dubbio. Ma che la copertura della prima storia sia stata maggiore, è comprensibile. Comunque leggete il punto quattro.

4) Non tutti i mezzi mediatici sono uguali. Io, qui, nel giornale per cui lavoro, ho ad esempio la possibilità di ricordare anche Giovanni Lo Porto. E voglio ricordare anche il fatto che al suo funerale il premier Matteo Renzi non c'era. E non c'era neanche il presidente della Repubblica Mattarella. E per dirla tutta non c'era nessuna presenza dello Stato, a parte (mi sembra) il sindaco di Palermo.

5) La dizione "due pesi e due misure" fa schifo, ma per ribaltarla non basta dire che fa schifo. Bisogna interessarsi (noi lettori, per primi), alle notizie, e rilanciare quelle migliori stando attenti alle bufale e soprattutto alle bufale costruite ad arte, perché gli stronzi non sono una bufala, quelli ci sono davvero. E solitamente fanno anche una discreta carriera politica.

6) Sulla morte di Giovanni Lo Porto non si è ancora fatta chiarezza. L'ha ucciso il bombardamento americano mentre lui era ostaggio. Il corpo è arrivato ma l'autopsia non si sa che risultati abbia dato. Qualcuno dice che Giovanni è stato ucciso a settembre e forse è troppo presto per dei risultati certi. Può darsi, ma me viene in mente Ustica. 1980. Chissà se è troppo presto anche per quella.

7) Sia Valeria, che Giovanni, hanno avuto esequie civili.

8) Sia Valeria, che Giovanni, hanno avuto una famiglia straordinaria, a cui dobbiamo inchinarci.

9) Sia Valeria, che Giovanni, meritano di essere ricordati. Non uno più dell'altro, semplicemente tutti e due. Perché in tempi di ingiustizie perenni, ricordare due giusti è un dovere e una bellezza. E ora, probabilmente, sono lassù che scorrazzano insieme aiutando gli angeli più vecchi ad attraversare le nuvole.

10) Il decimo punto non lo scrivo. Preferirei che al suo posto rileggeste il secondo, il profumo della vita di Giovanni Lo Porto, visto che quasi nessuno, alla fine, l'ha scritto.

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Sono giornalista e video reporter. Realizzo reportage e documentari in forma breve, in Italia e all'estero. Scrivo libri, quando capita. Il più recente è "Siate ribelli. Praticate gentilezza". Ho sposato Fanpage.it, ed è un matrimonio felice. Racconto storie di umanità varia, mi piace incrociare le fragilità umane, senza pietismo e ribaltando il tavolo degli stereotipi. Per farlo uso le parole e le immagini. Mi nutro di video e respiro. Tutti i miei video li trovate sul canale Youmedia personale.
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