La mega prigione di El Salvador ospiterà migranti e detenuti espulsi dagli Stati Uniti
El Salvador ha accettato di accogliere persone migranti di qualsiasi nazionalità espulse dagli Stati Uniti e persino di ospitare criminali americani nelle proprie prigioni. Ad annunciarlo mercoledì scorso, il Segretario di Stato statunitense Marco Rubio. L'accordo che Rubio ha definito "un'offerta di amicizia senza precedenti", ha suscitato immediato clamore, sia per la sua portata politica che per le implicazioni legali. L'intesa è stata resa pubblica dopo un incontro tra Rubio e il presidente salvadoregno Nayib Bukele, che ha avanzato la proposta in cambio di un compenso, "relativamente basso per gli Usa ma significativo per noi, al punto da rendere sostenibile l'intero sistema carcerario", come ha dichiarato su X (Ex Twitter).
Sfide legali e mancanza di precedenti
L'idea di trasferire persone migranti e detenuti americani in un carcere estero solleva questioni legali di enorme rilievo: "Non esiste alcun precedente contemporaneo di un Paese democratico che invii i propri cittadini a scontare la pena in prigioni straniere", ha dichiarato Leti Volpp, docente di diritto e immigrazione alla UC Berkeley. "Un tentativo del genere sarebbe immediatamente contestato nei tribunali statunitensi".
Negli Stati Uniti, la Costituzione vieta esplicitamente la deportazione di cittadini americani, il che renderebbe qualsiasi trasferimento di prigionieri un'operazione giuridicamente complessa e potenzialmente anticostituzionale. Nonostante ciò, Rubio ha accolto con entusiasmo la proposta, elogiando Bukele per la sua "ferma leadership" e affermando che si tratta di un gesto di straordinaria cooperazione tra i due Paesi.
"Nessuna nazione ha mai fatto un'offerta di amicizia come questa", ha dichiarato Rubio ai giornalisti a San Salvador, aggiungendo di aver già discusso l'accordo con il presidente Trump, che si è mostrato "profondamente grato" per l'iniziativa.
L'offerta di El Salvador arriva proprio nel momento in cui la Danimarca respinge le sollecitazioni di Trump riguardo all'"acquisto" della Groenlandia, territorio autonomo che il presidente statunitense ha più volte minacciato di prendere sia con l'uso della forza che attraverso incentivi economici. In questi giorni, però, il parlamento groenlandese si prepara a votare una legge che impedirà qualsiasi finanziamento politico esterno, al fine di preservare proprio l'integrità del territorio dalle ingerenze straniere. È evidente che il riferimento è rivolto alle iniziative di Elon Musk, il quale ha promesso di sostenere candidati e movimenti sia a destra che a sinistra.
La mega-prigione di Bukele: il centro del piano
Il carcere destinato a ospitare i prigionieri americani è il Centro di Confinamento del Terrorismo (CECOT), inaugurato nel 2023 e considerato la più grande prigione dell'America Latina. Situato a 75 chilometri da San Salvador e circondato dalla giungla, CECOT è una struttura di massima sicurezza progettata per accogliere fino a 40mila detenuti. Si stima che attualmente la prigione ospiti già 15mila prigionieri, principalmente membri di gang incarcerati nell'ambito della repressione senza precedenti lanciata da Bukele contro la criminalità.
Nel marzo 2022, il paese ha affrontato infatti uno dei fine settimana più sanguinosi dalla fine della Seconda Guerra Mondiale: nell'arco di 72 ore, le due principali gang criminali, MS-13 e Barrio 18, hanno orchestrato una serie di omicidi coordinati, causando la morte di ben 87 persone. In risposta, il presidente Bukele ha dichiarato lo stato d'emergenza e ha avviato un'imponente operazione di arresti di massa senza precedenti. Nel corso di 22 mesi, 81mila persone sono finite in carcere, pari al 2% della popolazione adulta salvadoregna, una percentuale significativamente più alta rispetto agli Stati Uniti, il paese con il più alto tasso di incarcerazione al mondo, dove i detenuti rappresentano lo 0,6% della popolazione adulta.
Per gestire questo afflusso straordinario di prigionieri, il governo ha rapidamente costruito il CECOT, il mega-carcere costato 1,2 miliardi di dollari. La struttura è composta da otto edifici di massima sicurezza, con celle sovraffollate da 80 persone ciascuna e monitorate da un sistema di oltre cinque mila telecamere di sorveglianza. Le condizioni di detenzione sono estremamente rigide: i prigionieri vivono in spazi estremamente piccoli, dormono su letti a castello in acciaio senza materassi e non hanno accesso ad alcun programma di riabilitazione. Le condizioni della prigione sono state denunciate più e più volte dalle organizzazioni per i diritti umani, che parlano di trattamenti disumani e di privazione sistematica del dovuto processo legale.
Il cosiddetto "modello Bukele" ha portato a una drastica riduzione del tasso di omicidi, passato da 103 ogni 100mila abitanti nel 2015 a meno di 8 nel 2023. Questa repressione ha però richiesto massicci investimenti pubblici, contribuendo a far salire il debito nazionale all'80% del PIL. In questo contesto, la recente proposta fatta agli Stati Uniti rappresenta un tentativo di rendere il sistema carcerario più sostenibile dal punto di vista "economico", trasformando la repressione in una possibile fonte di entrate per il governo salvadoregno.
La reazione dell'amministrazione Trump e dei suoi alleati
L'amministrazione Trump ha accolto con favore la proposta di Bukele, valutando nuove misure per deportare più velocemente migranti irregolari e criminali condannati. Anche Elon Musk si è espresso sul caso, definendo l'accordo"una grande idea".
Negli ultimi mesi, Trump ha revocato lo status di protezione temporanea a circa 600mila cittadini venezuelani che vivono negli Stati Uniti, aprendo così la strada alla loro immediata espulsione e deportazione. Trump ha proposto anche di costruire un enorme centro di detenzione di massa a Guantánamo Bay, per trattenere fino a 30mila immigrati espulsi dagli Stati Uniti.
L'accordo tra El Salvador e gli Stati Uniti, se attuato, rappresenterebbe una delle vicende più controverse nella politica migratoria americana. Le prossime settimane saranno cruciali per capire se l'accordo verrà formalizzato e quali saranno le sue implicazioni sul lungo termine.