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L'implosione del sottomarino Titan

La mamma del 19enne morto a bordo del sommergibile Titan: “Con mio marito ora dorme nell’Oceano”

Il ricordo di Christine Dawood, mamma di Suleman Dawood, morto nel sommergibile Titan a 19 anni lo scorso giugno, insieme al papà Shahzada e ad altri tre passeggeri, a pochi giorni dal ventesimo compleanno del ragazzo: “Era un’anima antica, una persona che faceva sentire tutti speciali”.
A cura di Ida Artiaco
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Shahzada Dawood e il figlio Suleman prima di imbarcarsi sul Titan
Shahzada Dawood e il figlio Suleman prima di imbarcarsi sul Titan
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"Quando penso a loro, li vedo che dormono nell'Oceano". A parlare è Christine Dawood, mamma di Suleman Dawood, morto nel sommergibile Titan a 19 anni lo scorso giugno, insieme al papà Shahzada e ad altri tre passeggeri (il Ceo di OceanGate Stockton Rush, Hamish Harding e Paul-Henri Nargeolet).

A distanza circa 7 mesi dalla spedizione, che ha lasciato col fiato sospeso tutto il mondo, la donna, che vive nel Surrey, ha ricordato in una intervista al Daily Mail di quando lo scorso giugno, dopo un'ora e 45 minuti di immersione nel Nord Atlantico per vedere il relitto del Titanic, al largo della costa di Terranova, il sommergibile ha perso la comunicazione con la sua nave appoggio, la Polar Prince, a bordo della quale, per i successivi quattro giorni, Christine e sua figlia Alina, che aveva 17 anni, aspettarono invano che il marito e il figlio tornassero in superficie.

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"Nel momento in cui abbiamo saputo che avevano trovato detriti e che non c'erano sopravvissuti, Alina e io siamo saliti sul ponte. Fino a quel momento avevamo sperato. Abbiamo portato con noi dei cuscini e ci siamo sedute a guardare l'Oceano. Piangevamo entrambe. Le ho detto che da quel momento ero una vedova e lei mi ha risposto che era sola", ha detto la signora Dawood, aggiungendo che "l'idea che il Titan potesse implodere non ci è mai passata per la testa. Perdere un marito è terribile, ma quando si perde un figlio…".

E qui ha passata a ricordare Suleman. "Quando mio io figlio è nato ho avuto un cesareo d'urgenza. L'ho quasi perso. Senza la medicina moderna non l'avrei avuto. Era un'anima antica, una persona che faceva sentire tutti speciali. Nessun genitore dovrebbe soffrire per la morte del proprio figlio. È innaturale. All'improvviso il tuo scopo, la tua identità, ti vengono strappati via".

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Lunedì sarebbe stato il ventesimo compleanno di Suleman. La madre ha ordinato dei palloncini perché suo figlio era "sempre felice" quando glieli comprava. Ma non ci sarà alcun festeggiamento. "Voglio solo che il mondo ricordi mio figlio e mio marito. Quando lo sogno, come spesso accade, sento ancora i suoi abbracci. Era entusiasta di salire a bordo del Titan. Non posso cambiare quanto è successo. Bisogna accettarlo, conviverci e adattarci. Penso che questo mi stia aiutando adesso".

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