La lettera del “re di Wall Street” alle grandi aziende del mondo: “Pagate meglio i vostri dipendenti”
"Pagate di più i vostri dipendenti". Potrebbe essere riassunta così la lettera annuale che Larry Fink, fondatore e amministratore delegato di BlackRock, ha inviato a tutti gli amministratori delegati delle aziende nelle quali investe. Fink è attualmente il "re di Wall Street" che ha superato con la sua società i diecimila miliardi di dollari in gestione. In otto pagine ha espresso la sua visione del mondo del lavoro post-pandemia: i dipendenti non sono più disposti ad accontentarsi del minimo salariale ed è ora che il divario tra top manager e lavoratori semplici venga accorciato (perché all'eliminazione non vi è accenno). Fink spiega che è giusto che i manager ascoltino le esigenze dei dipendenti e li paghino di più. "Nessun rapporto ha subito più modifiche di quello tra datori di lavoro e dipendenti con la pandemia – scrive nella sua lettera di otto pagine -. Negli Stati Uniti e nel Regno Unito, il tasso di licenziamento è ai massimi storici". Un fenomeno che si chiama "The Big Quit" che più che avere a che fare con il licenziamento, è collegato alla decisione dei lavoratori di lasciare a causa di condizioni lavorative sfavorevoli. "Cerco – spiega nella missiva – un equilibrio più avanzato nel capitalismo. La pandemia ha messo il turbo a un'evoluzione necessaria della globalizzazione. In tutto il mondo i dipendenti vogliono qualcosa in più: maggiore flessibilità e mansioni più significative. I Ceo si trovano davanti a un paradigma molto diverso da quello pre-pandemia: i dipendenti andavano in ufficio cinque giorni alla settimana, non si parlava mai di salute mentale sul luogo di lavoro e i salari della manodopera restavano sempre gli stessi. quel mondo non esiste più ed è bene che sia finito. Le richieste dei lavoratori sono un tratto essenziale di un capitalismo efficace. Creano prosperità".
"Chi non si adeguerà, lo farà a suo rischio e pericolo. Il turnover della forza lavoro fa aumentare le spese, abbassa la produttività ed erode la cultura e la memoria aziendale". Fink ha inoltre posto l'accento anche sul rispetto dell'ambiente: la cristi climatica, secondo il manager, è un rischio anche per gli investimenti. "Dobbiamo essere onesti e ammettere che i prodotti ecologici costano di più. Per questo dobbiamo incoraggiare le aziende a decarbonizzare. Abbattere il sovrapprezzo è fondamentale per rendere i prodotti accessibili a tutti. Le prossime aziende che passeranno a valere da zero a un miliardo non saranno motori di ricerca o social media, ma start-up che aiutano il mondo a decarbonizzarsi". Nonostante il discorso sull'importanza del rispetto dell'ambiente, però, il capo di Black Rock ha comunque fatto un successivo passo indietro, sottolineando che al momento "è troppo presto per uscire dal consumo di idrocarburi". "Per assicurare la continuità delle forniture di energia a prezzi accessibili, i combustibili fossili tradizionali avranno un ruolo importante durante la transizione". Per questo nella missiva si è dichiarato contrario all'operazione di disinvestimento dai settori dei giacimenti petroliferi da parte di aziende che hanno ceduto l'attività a mercati privati "molto meno trasparenti".