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La legge contro la violenza ostetrica in Portogallo è un passo in avanti, ma c’è ancora molto da fare

Il Portogallo è il primo Paese in Europa a dotarsi di una legge contro la violenza ostetrica. Non mancano però le polemiche sia da parte dell’Ordine dei Medici, sia da parte delle associazioni femministe che, pur definendola ‘un passo in avanti’, hanno messo in mostra alcune criticità.
A cura di Natascia Grbic
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(Immagine di repertorio)
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Il Portogallo è il primo Paese in Europa a dotarsi di una legge che punisce la violenza ostetrica. La lei 33/2025 del 31 marzo, pubblicata sul Diario da Republica e in attesa dei decreti attuativi, entrerà in vigore quando sarà approvato il prossimo bilancio dello Stato. A pochi giorni dalla sua pubblicazione, non mancano però le polemiche sia da parte dell'Ordine dei Medici, sia da parte dei gruppi femministi. Nonostante le buone intenzioni, infatti, alcuni punti della legge sono affrontati in modo superficiale, mentre altri non sono presi in considerazione. Una delle principali critiche mosse è quella di non aver consultato né i professionisti sanitari per la stesura del testo, né le associazioni di donne, che avrebbero potuto invece dare un contributo valido alla legge.

Cosa dice la nuova legge sulla violenza ostetrica

"Questa legge mira a promuovere i diritti in materia di preconcepimento, procreazione medicalmente assistita, gravidanza, parto, nascita e postpartum, attraverso la creazione di misure di informazione e protezione contro la violenza ostetrica e la creazione della Commissione multidisciplinare per i diritti in gravidanza e parto, e modifica la legge n. 15/2014 , del 21 marzo, che consolida la legislazione sui diritti e i doveri degli utenti dei servizi sanitari", si legge nell'oggetto della legge. La violenza ostetrica è definita come "l'azione fisica e verbale esercitata dai professionisti sanitari sul corpo e sulle procedure nell'area riproduttiva delle donne o di altre persone incinte, che si estrinseca in un trattamento disumano, in un abuso della medicalizzazione o nella patologizzazione dei processi naturali, disattendendo il regime di protezione in materia di preconcezione, procreazione medicalmente assistita, gravidanza, parto, nascita e puerperio previsto dalla sezione II del capo III della legge n. 15/2014 , del 21 marzo".

Particolare attenzione viene posta sulla questione dell'episiotomia, ossia il ‘taglio' del perineo, che viene effettuata per allargare l'apertura vaginale e consentire il passaggio del bambino. La nuova legge portoghese contro la violenza ostetrica è particolarmente dura con questa pratica, tanto da prevedere un'indagine disciplinare sui professionisti sanitari che la operano di ‘routine', oltre a una sanzione pecuniaria per gli ospedali. Sono previste anche campagne di sensibilizzazione contro la violenza ostetrica, mentre gli ospedali hanno l'obbligo di informare le pazienti riguardo i loro diritti e gli enti cui segnalare eventuali violazioni.

L'Ordine dei Medici: "Stigma inaccettabile per il personale sanitario"

La nuova legge contro la violenza ostetrica ha però sollevato numerose polemiche da parte dell'Ordine dei Medici il cui presidente, Carlos Cortes, ha parlato di ‘stigma inaccettabile' nei confronti del personale sanitario. "La legge, così come è scritta, è tecnicamente mal concepita e non si basa su prove scientifiche – le parole di Cortes, riportate dal quotidiano portoghese Diario de Noticias – Stigmatizza il lavoro medico, non rispetta la sua autonomia tecnica e incoraggia una pratica difensiva che potrebbe compromettere il processo decisionale clinico a vantaggio della salute delle donne e dei bambini". Soprattutto l'Ordine dei Medici critica il fatto che la legge sia stata approvata proprio "negli ultimi giorni del Parlamento in carica, senza dibattito pubblico, senza che le associazioni scientifiche o coloro che difendono i diritti delle donne in queste materie siano state ascoltate, nemmeno la società civile. Invece di creare un ambiente in cui questo tema potesse essere discusso e la creazione di una legge potesse essere fatta attraverso un percorso di consenso, si è creato un ambiente di indignazione, che non fa bene alle donne in travaglio".

Osservatorio sulla violenza ostetrica: "Passo avanti, ma insufficiente"

A prendere parola sulla nuova legge anche l'Osservatorio sulla violenza ostetrica portoghese, che l'ha definita "un passo avanti verso l'eliminazione dell'OVR dalla realtà portoghese", ma comunque insufficiente. Soprattutto viene criticata la definizione di violenza ostetrica, tradotta "in azioni fisiche e verbali", mentre "la violenza psicologica ed emotiva, l'esercizio del potere, l'accesso libero e democratico alla salute e, soprattutto, il consenso sono tutti elementi omessi". In particolare, OVO Portogallo ha espresso preoccupazione per il punto 8 della legge, che riguarda l'episiotomia, senza però considerare altri atti, come la manovra di Kristeller o la somministrazione di farmaci senza consenso informato. Il rischio, per l'associazione, sarebbe quello di indurre i medici a praticare una medicina difensiva, e che poi non tenga conto delle necessità effettive della partoriente. L'episiotomia, infatti, in alcuni casi si rende veramente necessaria: punire chi la pratica, potrebbe alla fine rivelarsi un boomerang che va a danneggiare quelle stesse donne che la legge si propone di difendere.

"Per OVO, questa legge rappresenta un piccolo primo passo nella lotta per l'autonomia e il libero accesso all'assistenza sanitaria sessuale e riproduttiva per donne e ragazze, ma entrerà in vigore solo quando sarà approvato il prossimo bilancio dello Stato, lasciando così spazio per apportare miglioramenti che, secondo OVO, sono fondamentali nel percorso verso l'eliminazione dell'OV in Portogallo", conclude l'associazione. "OVO PT è nuovamente disponibile ad essere ascoltata e coinvolta nei gruppi di lavoro per la difesa della salute sessuale e riproduttiva delle donne e a far parte della commissione creata da questa legge".

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