La guerra in Libia arriva alla Camera, in discussione la mozione della Lega: “Una data precisa per la fine dei bombardamenti”
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Il governo reggerà alla cruciale prova di tenuta che si verificherà oggi alla Camera dei Deputati? Il nodo gordiano è la guerra in Libia e il niet imposto dalla Lega nord con una mozione che prevede grossi paletti all'intervento militare italiano nel paese di Muammar Gheddafi. Lega pacifista contro un Pdl guerrafondaio, sostenuto anche dall'opposizione: scenario assai singolare, ma tra i banchi della maggioranza c'è ottimismo sulla possibilità di trovare “la quadra”, come dicono a nord di Bologna. È stato proprio Umberto Bossi, nel corso dell'ultima settimana, a evocare lo spettro della rottura all'interno della coalizione di Governo, mentre oggi pomeriggio il Parlamento comincerà il dibattito sulla mozione della Lega il cui punto centrale è la fissazione di una data certa per la fine dei bombardamenti italiani in Libia.
Dopo una riunione del Carroccio tenutasi ieri a via Bellerio, Umberto Bossi ha rimandato l'incontro settimanale con il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, affermando quale è l'unico modo per ricucire lo strappo nella maggioranza: “Berlusconi non è scemo, non vota par fare cadere il governo”, mentre il presidente si mostra ottimista: “Non credo che ci saranno difficoltà per il governo”. Riguardo alla mozione della Lega, Berlusconi precisa: “potremmo approvarla integralmente oppure modificarla in parte, ma il senso è senz'altro da condividere”.
Due i punti critici del provvedimento preteso dalla Lega, il primo è la data da fissare per lo stop ai bombardamenti italiani in Libia nell'ambito dell'operazione militare “Odissea all'alba” e “Unified Protector”. Il secondo riguarda il finanziamento delle operazioni, che non dovrà essere a carico dei contribuenti. Questa mattina si è tenuto il vertice di maggioranza tra Giulio Tremonti, Franco Frattini, Ignazio La Russa e Gianni Letta. Secondo il ministro degli Esteri, le condizioni per un accordo ci sono: “Oggi ci parleremo sulla base di proposte che sono sul tappeto, in particolare la mozione della Lega, il cui senso è certamente condivisibile: tutti vogliamo un'accelerazione della soluzione politica, quindi una fine della parte dell'intervento militare”.