La guerra dimenticata in Yemen: video di bombe dell’Arabia Saudita su civili e soccorritori
A Sana’a, la capitale dello Yemen, un duplice attacco aereo avvenuto ieri ha ucciso almeno 6 persone, tra cui un bambino. Decine i feriti e il bilancio delle vittime è destinato a salire. I jet militari della coalizione guidata dall'Arabia Saudita hanno bombardato a distanza di pochi minuti il centrico quartiere Tahrir.
Gli attacchi avevano come obiettivo gli uffici presidenziali, che si trovano in un’area affollata della città, a pochi passi da un hotel, farmacie, una scuola e diversi negozi. Nel palazzo presidenziale, secondo le informazione dell'intelligence saudita, in quel momento era in corso una riunione di alti esponenti Houthi, la milizia ribelle sciita che controlla la capitale dall'inizio del 2015, dopo aver spodestato con un colpo di Stato il presidente Abd Rabbih Mansur Hadi.
Le foto e i video diffusi sui social media mostrano decine di persone in preda al panico, alcune coperte di sangue, che corrono per cercare di mettersi in salvo: attorno, macerie di edifici distrutti e automobili danneggiate. E mentre erano in corso i primi soccorsi, è avvenuto il secondo attacco. “Stavamo lavorando accanto agli uffici presidenziali quando abbiamo sentito un aereo e poi un'esplosione”, ha affermato Ahmed Dehashir, uno dei primi soccorritori. “Alcune persone si sono precipitate sul posto e hanno visto la distruzione, la gente sotto le macerie. Abbiamo cercato di scavare per estrarre i morti e i feriti da sotto i detriti quando c'è stato un secondo attacco”, ha aggiunto.
Il centrico quartiere di Sana’a, nel momento in cui sono avvenuti i due raid aerei, era molto affollato di civili. Decine di feriti sono stati trasportati negli ospedali supportati da Medici senza frontiere (Msf). Come Shehab, uno studente di 17 anni, che stava tornando a casa da scuola dove aveva appena terminato un esame. O Akram, uno spazzino di 19 anni, che ha riportato ferite alla testa e alle orecchie. Dawood, un uomo, stava comprando medicine in una farmacia quando è stato colpito dall'attacco. Hussein, un ragazzo di 30 anni che lavora in un bar, ha ferite da schegge alla testa, a una mano e alla schiena. “Ero venuto a ritirare la mia indennità di trasporto per il lavoro – ha raccontato – quando c’è stato l’attacco e sono rimasto ferito. Non so cosa sia successo al resto dei miei colleghi”.
“Alcuni dei feriti sono arrivati in ambulanza, altri in moto”, ha dichiarato Abdulfatah Al-Alimi, referente medico di Msf a Sana'a. “Alcuni pazienti sono arrivati con un trauma cranico, altri avevano ferite da schegge sulle gambe. Abbiamo riscontrato ogni tipo di ferita. Ho visto anche una ragazza che cercava di entrare nel pronto soccorso. Non sapeva se avrebbe trovato suo padre vivo o morto”. “Ancora una volta dei civili, compresi bambini, sono stati uccisi e mutilati perché si trovavano nel posto sbagliato nel momento sbagliato”, ha affermato João Martins, capo missione di Msf in Yemen. “Nessuno dovrebbe vivere nella paura di essere bombardato in momenti normali della propria quotidianità – ha aggiunto Martins – e ancora una volta vediamo vittime civili di attacchi aerei combattere per la vita negli ospedali”.
Le bombe sono cadute vicino anche agli uffici dell'Ong Norwegian Refugee Council (Nrc). “Siamo sconvolti dai bombardamenti della coalizione guidata dai sauditi avvenuti in un quartiere altamente popolato di Sana’a”, ha scritto Suze van Meegen, la direttrice in Yemen dell’organizzazione umanitaria norvegese. “Questi raid seguono una tendenza di attacchi sui civili in tutto il Paese. Dall'inizio dell'anno, ogni giorno oltre 460 yemeniti sono fuggiti dalle loro case, molti dei quali senza un posto sicuro dove andare. Oltre a ciò – continua la nota diffusa da Nrc – un'imminente stagione delle piogge minaccia di creare un terzo focolaio di colera”. “Facciamo nuovamente appello alle parti in conflitto affinché cessino immediatamente le ostilità e si impegnino in una risoluzione politica per porre fine a questa guerra”.
Il conflitto in Yemen dura da oltre tre anni e ha provocato la più grande crisi umanitaria al mondo, secondo le parole del segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres. I numeri diffusi dall'Onu sono tremendi: 22 milioni di persone (il 75% della popolazione) hanno bisogno di qualche forma di assistenza e protezione umanitaria; meno della metà delle strutture sanitarie sono funzionanti e 16 milioni di yemeniti non hanno accesso regolare all'acqua potabile e all'igiene di base. Una guerra quella in Yemen spesso dimenticata e lontana dai riflettori dei media dove però le persone continuano a morire sotto le bombe o causa di malattie come il colera. “Davanti a fatti come questi, diventa ancora più evidente quanto sia fragile oggi l'assistenza sanitaria in Yemen e anche quanto sia fondamentale per i civili coinvolti in questo conflitto”, ha concluso Al-Alimi.