La Grecia dice sì all’Euro. Il coro delle reazioni è unanime: “Presto un nuovo Governo”
E' una vittoria che piace un po' a tutti, quella dei conservatori di Nea Dimokratia alle elezioni in Grecia. Il partito di Antonis Samaras ha ottenuto il 30% dei consensi, contro il 24,6 della sinistra radicale e (anti-sistema?) di Syriza. «I greci hanno scelto di rimanere legati all'Europa» è stato il commento a caldo di Samaras. Ed effettivamente, per Atene e, soprattutto per l'Eurozona, il futuro ora sembra apparire più roseo. Sebbene la formazione di un governo di unità nazionale e pro-Euro sia tutt'altro che vicina. Ecco perché alla compiacenza per il risultato delle urne elleniche, si accompagna una certa premura perché Atene dia vita in fretta all'esecutivo, per poi proseguire con le riforme fissate con il secondo piano salva-Grecia. Le pressioni sono già arrivate dall'UE, dagli Stati Uniti e anche dal nostro capo del governo, Mario Monti.
«Speriamo che ora venga formato un governo forte e che ci sia la conferma degli impegni presi con l'Ue»: questo l'auspicio del premier italiano, al suo arrivo a Los Cabos, in Messico, per i lavori del G20. I risultati elettorali in Grecia «ci consentono di avere una visione serena sul futuro dell'Europa e dell'euro». Parole molto simili erano state espresse già nella serata di ieri dal presidente Ue Herman Van Rompuy e da quello della Commissione José Barroso che confidano in una «rapida formazione di un governo» greco e assicurano «sostegno» nel processo di risanamento del bilancio. Analoghe le reazioni di Barack Obama: «Ci auguriamo che le elezioni portino velocemente alla formazione di un nuovo governo» si legge in una nota della Casa Bianca, convinta che sia «nell'interesse di tutti che la Grecia resti nell'area euro rispettando gli impegni alle riforme».
La Merkel ha chiamato il leader dei conservatori greci, per complimentarsi della vittoria ottenuta. Secondo indiscrezioni, la cancelliera tedesca ha detto a Samaras di aspettarsi che Atene rispetti gli obblighi europei. Già mentre exit polls e proiezioni si rincorrevano sull'andamento del voto in Grecia, il ministro degli esteri tedesco, Guido Westerwelle, ha fatto le prime, rigorose aperture. La Germania è un'alleata e ha già aiutato Atene con circa 40 miliardi, ha spiegato il capo della diplomazia della Merkel, sottolineando che «potrebbero anche dire grazie».
Le numerose aperture nei confronti di Nea Dimokratia hanno confortato i mercati finanziari che hanno dimostrando apprezzamento per lo scampato pericolo. Anche se, forse, nessuno credeva che i radicali di Syriza potessero realmente portare la Grecia fuori dalla moneta unica. Ora, quindi, si guarda al futuro. Ma la Troika tornerà ad Atene per valutare i progressi fatti nella ristrutturazione dei conti, solo quando sarà avvenuta una «formazione veloce» di un nuovo governo greco. E' il commento dell'Eurogruppo. Un'altra voce che si unisce al coro.