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La Grecia chiude i Cie e libera gli immigrati

Il governo Tsipras ha deciso l’immediata chiusura dei centri di detenzione per immigrati in seguito alle violenze perpetrate negli ultimi giorni da alcuni agenti di polizia.
A cura di Davide Falcioni
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La Grecia chiude i Cie, centri di identificazione ed espulsione in cui vengono detenuti i migranti irregolari. La decisione – anticipata alla stampa nei giorni scorsi – è stata formalizzata ieri sera con la chiusura di una delle strutture principali del paese, il tristemente celebre Amygdaleza, in cui – secondo i media ellenici – negli ultimi giorni agenti di polizia si sarebbero organizzati in autentici squadroni del terrore per picchiare e torturare gli immigrati. A confermarne la chiusura immediata sono stati i ministri dell'Immigrazione e della Protezione dei cittadini (ovvero il ministero degli interni) dell'esecutivo guidato da Alexis Tsipras. In una nota diffusa nella serata di ieri, i due ministri hanno anche preannunciato altre misure che porteranno a un radicale cambiamento della politica ellenica in materia di immigrazione.

I ministeri hanno dato subito il via libera al rilascio di tutti i minori non accompagnati, delle donne incinta, dei bambini, anziani, malati e soggetti vittime di tortura, oltre ai nuclei familiari e agli immigrati disabili finora detenuti nei centri di identificazione ed espulsione. Non solo: il ministero ha ordinato il trasferimento in ospedale delle persone malate e la la liberazione immediata di tutti i richiedenti asilo. Inoltre il ministro ha abolito la norma varata dal suo predecessore, che permetteva la detenzione nei centri per un periodo superiore ai 18 mesi, aspetto contrario alle direttive europee in materia. Il governo greco si è anche impegnato a esaminare la possibilità di misure alternative alla detenzione nei centri di identificazione ed espulsione, quali ad esempio l'obbligo di firma in un commissariato di polizia o l'obbligo di dichiarare la propria residenza.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato l'ennesimo suicidio di un uomo, di nazionalità pakistana, all'interno di un Cie. Il vice ministro della protezione dei cittadini Yannis Panousis ha annunciato commosso: "Abbiamo chiuso con i centri di detenzione per gli immigrati. Per quanto accaduto mi vergogno non come membro del governo, ma come essere umano. Tutto ciò deve cambiare, e deve cambiare immediatamente".

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