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Opinioni

La grande storia d’amore di Raif e Ensaf e la battaglia per i diritti umani

il Parlamento Europeo ha consegnato alla moglie del blogger saudita ,Raif Badawi, condannato a 10 anni di carecere e mille frustate il prestigioso premio Sakharov al libero pensiero. “Non sanno quanto ci amiamo” ha detto la moglie che non ha mai smesso un attimo di lottare perché il marito sia rilasciato.
A cura di Sabina Ambrogi
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Una grande storia di amore e libertà quella tra Raif Badawi e Ensaf Haidar. Il primo è un giornalista blogger saudita, responsabile di aver incoraggiato sul suo blog un dibattito contro il clero, l'islam e le leggi del paese. Responsabile di una libera opinione. E per questo a Ryad, in Arabia Saudita sta scontando in carcere 10 anni di pena ai quali si aggiunge la barbarie delle 1000 frustate, distribuite per 100 ogni venerdì.

La storia di Raif è notissima nel mondo. Ma questo è avvenuto grazie all'attivismo instancabile della moglie, Ensaf Haidar, una donna che sta diventando a sua volta un simbolo per la tenacia e caparbietà con cui denuncia le gravi ingiustizie nel suo paese. E nelle sue mani ieri, per Raif, il Parlamento Europeo ha consegnato il premio Sakharov Libertà di Pensiero, che lei stessa ha definito un atto di coraggio da parte delle istituzioni europee. Un premio, tra i più prestigiosi in Europa, già assegnato a personalità come Aung San Suu Kyio, e Maria-Alejandra Aristeguieta-Alvarez che si è battuta per l'opposizione democratica in Venezuela.

Badawi non è un criminale” ha detto Ensaf “è uno scrittore e un pensatore coerente con le sue idee e che  agisce in modo che si avverino. Il suo crimine è stato di avere una voce libera in un paese che accetta un pensiero unico e una sola opinione. Ma è una persona di pace. Esprime le sue idee in modo pacifico. Spero che sia rilasciato presto”.

Il premio Sakharov non è che l'effetto della battaglia di Ensaf, che parte da lontano:“ La gente non sa, quanto lui e io ci amiamo” ha detto per la tv francese tv5monde, dalla casa canadese di una cittadina vicino Montreal dove vive in esilio con i tre figli di 11, 10 e 7 anni. E racconta la casualità (e il destino) dell'incontro con il marito Raif che aveva semplicemente sbagliato numero di telefono. Colpito dalla sua voce, l'ha poi richiamata iniziando da quel momento un corteggiamento telefonico durato un anno. Si sono poi incontrati, con le difficoltà immaginabili per una giovane coppia in Arabia Saudita, e nel 2001 si sono sposati. Hanno avuto i tre figli che ora vivono con Ensaf ma le cose nel loro paese, e nella loro vita si sono messe male quando Raif ha dato vita a un dibattito sul suo blog sulle ingiustizie del governo “fuori dalla storia e dal tempo” e la pesante commistione delle questioni religiose nella politica. Per questo Ensaf è dovuta partire per il Canada con i figli. Un anno dopo il marito è stato arrestato

Il 31 ottobre 2013, quando sono arrivata qui, ero terrorizzata, non parlavo né francese né inglese. Poi ho cominciato a prendere lezioni di francese, i ragazzi si sono ben integrati a scuola, anche se i problemi sono ancora tantissimi. Mi fanno di continuo domande, e se non rispondo, le fanno ai professori”.

Soprattutto, Ensaf ha bussato alle porte di Amnesty International. L'organismo la sostiene, come anche la comunità del paese in cui vive: “Qui ho trovato una seconda famiglia, sono formidabili. E non smetterò mai di ringraziarli. Vorrei ringraziare dal profondo del mio cuore, loro e tutti quelli nel mondo che si muovono per Raif e che mi danno la forza di continuare”. Un sostegno fondamentale giacché la famiglia in Arabia Saudita l'ha rinnegata. Da allora la sua è diventata una battaglia e un fitto attivismo: interviste in tutti i broadcast internazionali, sit in, manifestazioni. Articoli, reportages. Incontri con politici di tutto il mondo. E poi una serratissima battaglia sui social. Tutto questo, non ha fruttato la libertà di Badawi, ma di certo alle prime cento pubbliche frustate, che ha dovuto subire nel gennaio scorso, è seguito un tale corale sdegno e preoccupazione per la salute del blogger, che quel rito, ad oggi, non si è più ripetuto.

In un quadro simile, il premio del Parlamento Europeo, allora, aiuta ancora di più. Almeno a sperare che sia una delle possibili vie d'uscita per il marito e che gli porti un sostegno morale, giacché è stato trasferito in una cella d'isolamento, è in sciopero della fame, e dorme poco. Il presidente del Parlamento Europeo, Shultz con l'occasione dell'assegnazione del premio ha sollecitato nuovamente il Re Salman per la libertà di Raif, come per quella del giovanissimo Al-Nimr condannato alla decapitazione e del poeta palestinese Ashraf Fayadh, condannato a morte, anche lui per offesa alla religione.

Oggi Badawi è diventato un simbolo e un'ispirazione per tutti quelli che combattono per i diritti umani, ovunque” ha detto Shultz durante la cerimonia: “rischiando molto, come blogger ha esercitato il suo diritto alla libertà di espressione, riempiendo un vuoto lasciato dalle leggi del suo paese". Ha poi aggiunto:“Siamo pronti al dialogo per i diritti umani ma nessun argomento sul terrore, sulle armi, sul petrolio potrà impedirlo”.

L'Arabia Saudita – colmo dei colmi – è appena entrata a far parte del Consiglio dei Diritti dell'Uomo presso le Nazioni Unite, e oltre ad essere considerato un alleato dell'Occidente contro il terrorismo (che ha da sempre finanziato però) è anche il nostro partner commerciale. E' anche vero però che in questo ultimo periodo ha conosciuto una svolta non da poco: le donne saudite hanno votato a delle elezioni municipali, sia come candidate che come elettrici: “E' un loro diritto" ha detto Ensaf “ lavorare e vivere come tutte le altre donne al mondo. Vorrei che diventassero una parte attiva della società. Ci sono donne da noi, che possono uscire da questa situazione di disuguaglianza”. E effettivamente solo le donne ad oggi possono segnare la differenza per la libertà.

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Autrice televisiva, saggista, traduttrice. In Italia, oltre a Fanpage.it, collabora con Espresso.it. e Micromega.it. In Francia, per il portale francese Rue89.com e TV5 Monde. Esperta di media, comunicazione politica e rappresentazione di genere all'interno dei media, è stata consigliera di comunicazione di Emma Bonino quando era ministra delle politiche comunitarie. In particolare, per Red Tv ha ideato, scritto e condotto “Women in Red” 13 puntate sulle donne nei media. Per Donzelli editore ha pubblicato il saggio “Mamma” e per Rizzoli ha curato le voci della canzone napoletana per Il Grande Dizionario della canzone italiana. E' una delle autrici del programma tv "Splendor suoni e visioni" su Iris- Mediaset.
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