La giornalista Rai Stefania Battistini e l’operatore Simone Traini ricercati dalla Russia
La giornalista della Rai Stefania Battistini, tra le prime a documentare l'offensiva ucraina nella regione russa di Kursk, è ufficialmente ricercata da Mosca. La cronista è stata inserita in un elenco che comprende anche l'operatore Simone Traini e altri reporter di testate straniere: tra i quali Nick Walsh della Cnn, Nicholas Simon Connolly della Deutsche Welle, Natalya Nagornaya, corrispondente dell'emittente tv ucraina 1+1, ed altre due giornaliste ucraine, Diana Butsko e Olesya Borovik. Sono tutti ricercati per aver illegalmente attraversato il confine tra Ucraina e Russia.
Secondo l'agenzia stampa russa Tass "Battistini Stefani, nata il 16 aprile 1977" è "ricercata in base a un articolo del Codice penale della Federazione Russa". L'articolo in questione non è specificato, ma la Tass ricorda che per l'ingresso illegale in Russia è prevista una pena fino a 5 anni di reclusione. I servizi d'intelligence interni (Fsb) avevano iniziato un'azione penale contro Battistini e l'operatore della Rai Simone Traini, già il mese scorso. I due infatti avevano effettuato riprese video a Sudzha, nella regione russa di Kursk, teatro a inizio agosto di un'incursione delle forze ucraine.
Tajani convoca l'ambasciatore russo
Dura la reazione del governo italiano. Il Ministro degli Esteri ha infatti annunciato su X di aver fatto convocare "alla Farnesina l'ambasciatore della Federazione russa in Italia per manifestare la nostra sorpresa a causa della singolare decisione di Mosca di inserire la giornalista Battistini nella lista dei ricercati diramata dal ministero dell'Interno russo".
Rai: "Grave violazione della libertà di informazione"
In una nota la Rai ha commentato: "La decisione del ministero degli Interni russo di inserire nell'elenco delle persone ricercate la giornalista della Rai Stefania Battistini e il suo operatore Simone Traini per il reportage nell'oblast di Kursk rappresenta un atto di violazione della libertà d’informazione. La giornalista e l'operatore hanno svolto in modo esemplare e obiettivo il proprio lavoro di testimoni degli eventi. La Rai continua a svolgere il proprio ruolo di Servizio pubblico anche grazie alla coraggiosa attività dei propri giornalisti e inviati e si riserva di operare in ogni sede per denunciare la decisione del governo russo a difesa della libera informazione e a tutela della propria giornalista e dell’operatore", prosegue la Rai.