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La giornalista australiana Cheng Lei detenuta in Cina da 3 anni: “Non posso vedere la luce del sole”

La giornalista australiana Cheng Lei è stata arrestata in Cina ormai 3 anni fa mentre lavorava come corrispondente per un canale in lingua inglese. La donna, che ancora oggi non conosce le sue accuse, è stata condannata dopo un processo tenutosi in gran segreto. Da tre anni, ha raccontato alla BBC, non vede la luce del sole.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Cheng Lei, una giornalista australiana, è detenuta in Cina da tre anni e per la prima volta ha parlato alla BBC. "Mi manca la luce del sole, nella mia cella entra dalla finestra, ma posso solo guardarlo. Non posso però godermi il sole sulla pelle". In una lettera alle autorità australiana, Cheng Lei ha raccontato gli ultimi anni in Cina. "No posso credere che evitassi il sole quando vivevo nel mio Paese. Non vedo un albero da tre anni, mi manca molto poter camminare per strada e godermi la natura".

Al momento dell'arresto, la giornalista stava lavorando per la stazione televisiva in lingua inglese dei media statali cinesi CGTN. Per i primi sei mesi ha continuato a lavorare dalla sua cella, ma dal marzo dello scorso anno non ha più potuto continuare la sua attività. Pur non conoscendo le accuse, la giornalista è stata sottoposta a processo in gran segreto e ha ricevuto la sua condanna solo dopo un anno e 4 mesi di reclusione immotivata.

L'ambasciatore australiano in Cina ha provato ad assistere al processo in Tribunale, ma senza successo. Anche la famiglia della giornalista non ha idea di quali siano le accuse rivolte alla reporter, anche se, secondo note molto vaghe rilasciate dalle autorità di Pechino, la donna avrebbe "trasmesso all'estero segreti di Stato".

Il concetto di Stato in Cina è però molto vago e può riguardare qualsiasi contenuto che il governo ritenga sensibile. Per questo motivo si tratta di un'accusa che può essere pericolosamente modellata dal governo e dalla Giustizia.

L'ex conduttrice tv è ora in carcere in regime di isolamento da quasi 3 anni. Secondo quanto riportato dai media britannici, la condanna della reporter potrebbe essere stata ritardata in modo da poter utilizzare il suo arresto come merce di scambio nei rapporti tra il governo cinese e l'Australia.

Anthony Albanese, il primo ministro australiano, non si è ancora recato in Cina nonostante l'invito di Xi Jinping. Le autorità, infatti, stanno esercitando pressioni per fare in modo che il leader australiano non si rechi a Pechino fino a quando Cheng Lei e il collega australiano Yang Hengjun non saranno rilasciati.

La reporter ha chiesto alle autorità australiane di prendere in considerazione il suo caso e di lavorare per permettere la scarcerazione. "Voglio solo potermi difendere e tornare a casa – ha scritto nella sua lettera -. Soprattutto, voglio tornare dai miei figli".

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