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La Germania aumenta i controlli al confine per respingere più migranti, cosa cambia per l’Italia

Dal 16 settembre, in Germania ci saranno controlli a tutti i confini. Si sospendono così definitivamente le regole dello spazio Schengen, anche se la maggior parte delle frontiere erano già controllate. L’obiettivo dichiarato, stando a quanto riporta la stampa tedesca, è di aumentare i respingimenti di persone migranti – anche in Italia.
A cura di Luca Pons
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Via ai controlli a tutti i confini della Germania, niente più libera circolazione da e verso gli altri Paesi europei come vorrebbero gli accordi di Schengen. L'annuncio è arrivato oggi dal governo tedesco, ed è la conferma di una stretta sulle politiche migratorie che era già stata anticipata nelle scorse settimane. Dal 16 settembre, per un periodo di sei mesi, avranno quindi il via i controlli. La mossa sarebbe già anche stata comunicata alla Commissione europea.

Va detto che si tratta di una novità con impatto più politico e simbolico che pratico. Infatti, la Germania ha già riavviato i controlli alla frontiera con Svizzera, Cechia e Polonia dall'ottobre dello scorso anno. Quelli con l'Austria sono ripartiti nel 2015. Tutto il confine meridionale e orientale, quindi, era già controllato. Ora però la chiusura è totale, e toccherà anche Francia, Lussemburgo, Belgio, Paesi Bassi e Danimarca. E potrebbe essere solo la prima novità di una cambio più deciso nella linea tedesca sulle migrazioni.

Perché la Germania vuole politiche più stringenti sui migranti

Alla base della decisione c'è il dibattito sulle migrazioni che va avanti da anni in Germania, e che di recente ha visto due ‘scosse'. Prima l'attentato di Solingen, avvenuto per opera di un 26enne siriano che avrebbe dovuto essere espulso dal Paese. Poi la vittoria in Turingia dell'estrema destra di AfD, seguita da Bsw, un partito di sinistra radicale che segue a sua volta una dura linea anti-immigrazione.

Uno dei punti più discussi in Germania è che negli ultimi quindici anni, dalla crisi dei profughi siriani a quelli ucraini, il Paese ha accolto milioni di persone anche per andare incontro agli Stati di frontiera dell'Ue (tra cui l'Italia), che lamentavano una mancanza di supporto. Ora a decidere di cambiare linea è stato il governo del cancelliere socialista Scholz. Lo ha spronato anche la Cdu, partito di centrodestra che fu di Angela Merkel: i cristiano-democratici hanno promesso di votare in Parlamento una riforma dell'immigrazione, se ce ne fosse bisogno, nonostante siedano all'opposizione.

Come ha riportato il quotidiano tedesco Bild, la ministra dell'Interno Nancy Faeser ha quindi stabilito che i controlli ripartiranno a tutte le frontiere dal 16 settembre. In più, il piano del ministero dovrebbe proseguire con un nuovo "modello per respingimenti", che rispetti "il diritto europeo" ma sia anche "più efficace". L'obiettivo sarebbe quello di "proteggere la sicurezza interna dalle attuali minacce del terrorismo islamista e della criminalità transfrontaliera".

Oggi, ai confini tedeschi può essere respinto solo chi ha già un divieto d'ingresso, oppure chi rifiuta di presentare domanda d'asilo. Con le regole attuali, da ottobre 2023 a oggi risulta che ci siano stati circa 30mila respingimenti alla frontiera. Ma i numeri potrebbero aumentare, se le nuove regole saranno più stringenti.

Cosa potrebbe cambiare per l'Italia

L'aspetto che tocca di più l'Italia è che la Germania potrebbe decidere anche di applicare il regolamento di Dublino, l'accordo europeo che regola l'arrivo di persone migranti extra-Ue. Normalmente, la richiesta d'asilo deve essere fatta e seguita nel Paese di primo ingresso, e la persona migrante non può andare in un altro Stato fino a quando questa non è stata completata.

Ma la verità è che migliaia di persone giungono in Europa dall'Italia e poi se ne vanno, per recarsi in Germania: lo hanno fatto in 20mila negli ultimi due anni. Lo Stato tedesco avrebbe tutto il diritto di respingere chi arriva e riportarlo in Italia, che però a fine 2022 ha "sospeso" questa parte del regolamento di Dublino. Insomma, ha bloccato i respingimenti da Berlino, affermando che le sue strutture erano troppo in difficoltà per accogliere altre persone. Da allora, meno di dieci persone sono state riportate dalla Germania all'Italia.

Ora, il timore del governo italiano è che l'esecutivo di Olaf Scholz decida di non starci più. In questo senso, la ripartenza dei controlli ai confini potrebbe essere il primo segnale di un cambiamento più ampio nelle politiche migratorie.

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