La Germania approva il piano di riarmo da 500 miliardi a debito: “Primo passo verso la difesa europea”

È una giornata storica per la Germania e, forse, anche per l'Europa. Il Bundestag, il Parlamento tedesco, ha dato il via libera a due riforme che cambieranno decisamente i conti pubblici tedeschi nei prossimi dieci anni, aprendo per la prima volta a parecchio debito pubblico – dopo che per decenni la Germania è stata uno dei Paesi simbolo dell'austerità e l'equilibrio nei conti. Da una parte, ci saranno 500 miliardi di euro spalmati in 12 anni da usare per le infrastrutture (ferrovie, strade, ospedali, reti elettriche, ma anche interventi contro la crisi climatica).
Dall'altra, grazie a una modifica della Costituzione, non ci saranno più vincoli di bilancio per la spesa militare. Si potrà spendere "senza limiti", nel senso che gli investimenti nel settore potranno aumentare il deficit statale, senza l'obbligo per il governo di compensarli in qualche modo con le entrate.
L'approvazione è arrivata con 513 voti a favore, contro 207 contrari. Ne servivano almeno 489, la maggioranza dei due terzi, per cambiare la Costituzione. Hanno votato insieme Cdu-Csu (partito di centrodestra che ha vinto le ultime elezioni), Spd (socialdemocratici) e Verdi. In realtà, il Bundestag che è stato convocato è ancora quello che era in carica prima dell'ultima tornata elettorale: quello nuovo non è ancora stato formato ufficialmente, quindi i ‘vecchi' parlamentari sono tornati per un'ultima volta a discutere, con una maggioranza diversa da quella dell'ultimo governo, che era guidato dal socialdemocratico Olaf Scholz. Oggi invece il cancelliere in pector è il leader della Cdu Friedrich Merz.
Il nuovo piano della Germania: 500 miliardi e niente limiti al debito per il riarmo
Fino a oggi, la Costituzione in Germania chiariva bene i limiti. In generale, c'erano dei paletti molto precisi per i limiti di debito pubblico che si poteva raggiungere. Nello specifico, lo Stato poteva investire fino all'1% del Pil in spesa militare: si poteva anche andare oltre questa somma, ma tutto ciò che si spendeva ‘oltre' l'1% andava compensato con delle entrate di bilancio. Insomma, anche in questo caso, non si poteva aumentare il debito pubblico.
La riforma, invece, ha cancellato questo freno per quanto riguarda la spesa militare. Che si tratti di sostegno all'Ucraina, o di rafforzamento dell'esercito, la Germania avrà carta bianca. Al momento, ad esempio, il governo spende ogni anno circa 43 miliardi di euro ‘oltre' la soglia dell'1%. Questi soldi ora potranno finire nel debito pubblico, senza preoccuparsi di coprire la spesa. È un cambiamento radicale per la politica tedesca, storicamente sempre molto attenta ai bilanci. E anche se alcuni prevedono che tutti questi investimenti porteranno a una crescita industriale e economica che compenserà i buchi di bilancio, resta il fatto che l'approccio della Germania al debito pubblico sembra essere decisamente cambiato.
Merz: "Primo passo verso comunità europea della Difesa"
Proprio la Cdu-Csu, il partito di Angela Merkel, è stato per anni tra i più rigidi in Europa sull'equilibrio dei conti pubblici. Oggi, però, la situazione internazionale è cambiata. Lo stesso Merz ha detto al Bundestag che la riforma varata oggi è "il primo grande passo verso una comunità europea della Difesa", allargata anche a "Paesi che non fanno parte dell'Ue, come la Norvegia e il Regno Unito". Il capogruppo dei socialisti, Lars Klingbeil, ha detto che è "una decisione storica che darà una nuova direzione alla Germania" e "garantirà la pace in Europa", ora che "dobbiamo assumerci la responsabilità per la nostra sicurezza".
Il progetto ventilato da Merz sarebbe quello di un'unione difensiva che coinvolga, all'inizio, solamente quei Paesi che vogliono farne parte. Insomma, anche se in Europa non si arriva a una decisione all'unanimità sulla questione, alcuni Paesi potrebbero ‘portarsi avanti' e allearsi. Questo non significherebbe uscire dalla Nato, ma potrebbe essere – nelle intenzioni tedesche, come detto da Merz – il primo passo per un progetto europeo condiviso.
Ora, per arrivare al via libera definitivo il testo deve passare dal Bundesrat, la Camera che raccoglie i vari governi regionali. Ma il passaggio più complesso e significativo, dal punto di vista politico, era quello di oggi. Numeri alla mano, non dovrebbe esserci alcun problema a far passare la riforma anche al Bundesrat.