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Addio bistecca di tofu e salsicce di soia: vietati i prodotti vegani che hanno nomi di carne

Una norma approvata dall’Assemblea Nazionale francese vieta di commercializzare prodotti vegani come “bistecca di tofu” o “salsicce di soia”. Secondo il legislatore confondono i consumatori.
A cura di D. F.
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Quante volte, passando davanti al banco dei prodotti vegani di un supermercato, vi è capitato di leggere di salsicce di soia, o bistecche di tofu, o strisce aromatizzate al bacon? E quante volte leggendo quelle etichette siete andati in "confusione", pensando che l'alimentazione vegana ha certamente grandi vantaggi, ma non ha nessun bisogno di "rubare" concetti a quella "onnivora". Ebbene, in Francia è stato di recente approvata una norma che vieta esplicitamente la vendita di prodotti di origine non animale che siano chiamati o etichettati con nomi tipici di prodotti di origine animale tradizionale.

Il provvedimento è stato approvato dopo la spinta di un'inchiesta condotta dalla rivista 60 Millions de Consommateurs, che alcuni mesi fa ha sferrato un colpo pesante alla causa vegana, o meglio alla cattiva comunicazione che spesso incentiva ragionamenti stereotipati sull’argomento. La rivista ha fatto analizzare le etichette dei prodotti vegani disponibili nei supermercati d’oltralpe giungendo alla conclusione che proprio il bisogno di garantire un’alternativa gustosa ai prodotti animali presentando sul mercato surrogati a base vegetale avesse determinato il massiccio ricorso ad additivi e aromi non sempre salutari.

Capitava così di trovare – al posto del formaggio – un mix di amidi e oli vegetali che ne ricordassero vagamente il sapore. E capitava anche di imbattersi in prodotti con un eccessivo quantitativo di zuccheri. Accorgimenti che sovente venivano adottati per rendere i cibi più simili nel gusto a quelli non vegani, ma che non saranno più consentiti dopo un provvedimento votato dall'Assemblea Nazionale che impone, per i sostituti vegetali di carne e formaggio, nomi che li identifichino come tali, senza prendere in prestito termini di pertinenza dell’universo animale. Per questo non si potranno più vendere bistecche di soia, salsicce e formaggi vegani; i produttori saranno tenuti a chiamare quei prodotti con nomi alternativi, risaltandone la natura vegetale, pena sanzioni fino a 300mila euro. L’accusa? Confondere i consumatori, orientandone l’acquisto in modo fraudolento.

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