La foto del canguro in fuga carbonizzato, simbolo dei roghi in Australia: “Devastante scattarla”
“È stato devastante scattare quella fotto. Il canguro era come una statua. È stato difficile fotografarlo, non per la scena, ma perché era difficile riuscire a guardarlo" così il fotoreporter Brad Fleet ha raccontato la straziante storia dietro la devastante foto del canguro morto carbonizzato su un recinto di filo spinato diventata ora simbolo della distruzione dei roghi in Australia. Quello scatto ritrae un cucciolo di canguro morto mentre tentava di scappare dall'incendio ad Adelaide Hills, nel sud del Paese, una delle zone più colpite e devastate dagli incendi che hanno colpito l'Australia. Una scena straziante davanti alla quale lo stesso fotoreporter inviato sul posto dal giornale australiano The Advertiser non ha trattenuto le sue emozioni.
“È stato devastante, il canguro si confondeva nello sfondo perché tutto era nero e marrone e coperto di cenere” ha raccontato Fleet a People dopo che il suo scatto ha fatto il giro del mondo ed diventato una delle immagini più potenti ed evocative degli incendi boschivi australiani costati la vita a uomini e animali. Quando l'uomo è arrivato sul posto ovviamente l'incendio era già stato spento dai vigili del fuoco impegnati incessantemente da settimane, e il luogo appariva spettrale. “Tutto era immobile, arido, caldo. Non c’era fuoco. Non c’era movimento. Il canguro sembrava essere congelato nel tempo” ha rivelato il giornalista, sottolineando: "Non ricordo di aver sentito alcun verso di uccello né di aver visto altri segnali di vita. In quel momento si riusciva a sentire anche l’odore degli animali uccisi. Sembrava come se fosse successo tutto molto in fretta"
Una sensazione che secondo il fotoreporter dava l'impressione di essere giunti in un luogo dove si era appena consumata una eruzione vulcanica improvvisa più che un incendio di boschi. L'animale è stato immortalato come se stesse ancora cercando di fuggire attraverso la recinzione tanto che le sue braccia sono rimate ancora avvolte attorno ai fili carbonizzati. "La realtà è che non sappiamo quanto lontano il canguro si sia spinto prima di essere sopraffatto dalle fiamme e da quanto provasse a scavalcare quella recinzione” ha spiegato Fleet.
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