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La donna simbolo delle proteste in Georgia: “In quel momento tutti avrebbero stretto la bandiera Ue”

Nata a Tbilisi 44 anni fa e di professione dipendente statale, Nana Malashkia, si è ritrovata quasi per caso in mezzo alla manifestazione che ha reso noto al mondo il suo volto ma alle spalle ha una vita fatta di tante lotte per il suo popolo.
A cura di Antonio Palma
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Nessun gesto eroico o disperato ma solo la voglia di lottare per una Paese e un futuro diverso, così la donna diventata simbolo delle proteste in Georgia, Nana Malashkia, ha definito quel gesto diventato ormai iconico quando, di fronte ai cannoni d’acqua della polizia, ha continuato sventolare in alto la bandiera dell’Unione europea davanti al parlamento di Tbilisi durante una pacifica manifestazione di dissenso contro la legge bavaglio pro Putin sugli “agenti stranieri” che ricalca quella russa sui dissidenti, poi ritirata dal governo.

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Nata a Tbilisi 44 anni fa e di professione dipendente statale, Nana si è ritrovata quasi per caso in mezzo alla manifestazione che ha reso noto al mondo il suo volto ma alle spalle ha una vita fatta di tante lotte politiche per il suo polo e non solo, dalle proteste contro l'occupazione russa dell'Abkhazia, da cui proviene la sua famiglia, a quelle in Ucraina in piazza Maidan a Kiev. “Il dolore che ha vissuto durante la sua infanzia e la giovinezza in Abkhazia è stato ciò che l'ha resa una combattente, perché è un dolore che ha portato con sé fin dall'infanzia” ha raccontato il figlio a El Pais.

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“Avevo finito il mio turno. Stavo andando in ospedale con mio marito, per una visita, e intanto scrollavo le notizie sui social. La folla si era radunata sulla Rustaveli per protestare contro la ‘legge russa’, che voleva punire chi fa informazione indipendente e chi fa welfare ricevendo aiuti dall’estero. Ho capito che le cose si mettevano al peggio. E che non potevo non andarci” sono le parole della 44enne riportate dal Corriere della Sera.

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Poi la decisione di comprare da una bancarella la bandiera Ue che già aveva sventolato anche in Ucraina e iniziare a sventolarla in piazza. “La manifestazione, all’inizio, sembrava una cosa normale. Finché la polizia non ha cominciato ad avvertire coi megafoni. A un certo punto sono partite le cariche, si sono mossi i mezzi blindati, hanno sparato i lacrimogeni. Uno dei dimostranti è stato colpito a un occhio ed è stato in quel momento che il cuore m’ha detto di muovermi. Ho iniziato a sventolare la mia bandiera e loro mi han preso di mira con gli idranti” ha ricostruito la 44enne che è stata poi subito sostenuta da tanti giovani come si vede nei video della protesta.

“Non mi aspettavo tutto questo clamore. E non mi piace che la gente parli di atti eroici. Io penso che qualunque persona normale, se si fosse trovata in un momento come quello, avrebbe tenuto ben stretta la bandiera dell’Europa” ha assicurato Nana consapevole che il suo popolo non può difendere da solo l’indipendenza: “Per proteggere la nostra identità, abbiamo bisogno di voi europei”.

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