video suggerito
video suggerito

“La curerà Dio”, bimba di 8 anni muore di diabete: i genitori le avevano negato l’insulina

I genitori di Elizabeth Struhs, una bimba australiana diabetica di otto anni, le avevano negato l’insulina per quasi una settimana. La piccola è morta dopo una lunga e immotivata agonia.
A cura di Davide Falcioni
909 CONDIVISIONI
Immagine

Quattordici membri di un gruppo religioso australiano sono stati dichiarati colpevoli della morte di Elizabeth Struhs, una bimba diabetica di otto anni a cui era stata negata l'insulina per quasi una settimana. La piccola è deceduta nel 2022 nella sua casa di Toowoomba, nel Queensland, a causa di una grave chetoacidosi diabetica.

Secondo la ricostruzione del tribunale, il gruppo noto come i "Saints" si opponeva alle cure mediche, nella convinzione che solo Dio potesse guarire Elizabeth. Anche il padre della bambina, Jason Struhs, la madre e il fratello della bambina, oltre al leader della congregazione, Brendan Stevens, sono stati condannati per omicidio colposo. Nel pronunciare il verdetto di quasi 500 pagine, il giudice Martin Burns ha evidenziato che, sebbene Elizabeth fosse amata e accudita sotto molti aspetti, le sue condizioni di salute erano state ignorate a causa della fede cieca nel potere di guarigione divino. "Le è stata negata l'unica cosa che le avrebbe salvato la vita", ha dichiarato il giudice.

La tragedia e il processo

Elizabeth, descritta come una bimba intelligente e vivace, ha trascorso gli ultimi giorni della sua vita tra sofferenze atroci. Secondo la testimonianza dell'accusa, la piccola era debole, parlava a fatica ed era incapace di camminare autonomamente. Mentre le sue condizioni peggioravano, i membri della setta si limitavano a pregare e cantare, convinti che la guarigione sarebbe arrivata per intervento di Dio.

Nessun medico venne chiamato, e le autorità furono avvisate solo 36 ore dopo il decesso. Il processo, iniziato nel luglio scorso, ha visto la deposizione di 60 testimoni e ha svelato dettagli inquietanti sulla comunità religiosa, che conta circa due dozzine di membri provenienti da tre famiglie.

Gli imputati, di età compresa tra i 22 e i 67 anni, hanno scelto di rappresentarsi da soli, rifiutando ogni assistenza legale e senza dichiararsi colpevoli. Il tribunale ha pertanto registrato automaticamente dichiarazioni di non colpevolezza.

Una lunga storia di negligenza

Il caso di Elizabeth non era il primo episodio di negligenza da parte della sua famiglia. Nel 2019, la bambina era stata ricoverata in ospedale in coma diabetico, pesando appena 15 chili. I medici le diagnosticarono il diabete di tipo 1 e spiegarono alla famiglia che avrebbe avuto bisogno di iniezioni quotidiane di insulina per sopravvivere. Tuttavia, il padre, inizialmente favorevole alle cure, cambiò posizione dopo il battesimo nella setta e, sotto la pressione degli altri membri, smise di somministrarle il farmaco salvavita.

Durante il processo, Jason Struhs ha dichiarato tra le lacrime che lui ed Elizabeth avevano deciso insieme di interrompere l'insulina, convinto che la figlia sarebbe "risorta". Stevens, leader della setta, ha difeso le azioni del gruppo, sostenendo che il processo fosse un atto di "persecuzione religiosa" e rivendicando il diritto della congregazione di credere unicamente nella parola di Dio.

I "Saints", una piccola congregazione separatasi dalla Revival Centres International di Brisbane, continuano a rimanere un gruppo chiuso e poco conosciuto. Fondato da Stevens dopo il suo fallimento nel diventare pastore, il gruppo tiene sermoni settimanali nella sua abitazione. La sentenza per gli altri imputati è attesa il mese prossimo. Il caso ha riacceso il dibattito in Australia sull'intervento dello Stato nei confronti di gruppi religiosi estremisti e sulla protezione dei minori in contesti di negligenza dovuta a credenze radicali.

909 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views