Corea del Nord: ok definitivo all’attacco nucleare contro gli USA
UPDATE 23.50 – Gli Stati Uniti stanno adottando le necessarie precauzioni nei confronti della Corea del Nord. Lo afferma il portavoce della Casa Bianca, Jay Carney, secondo quanto riportato dall'agenzia Bloomberg. In precedenza, il Pentagono aveva confermato la notizia del dispiegamento di un avanzato sistema di difesa anti missile nella sua base militare di Guam, in seguito alle minacce della Corea del Nord. Una decisione, spiega un comunicato del dipartimento americano della Difesa, presa come "mossa precauzionale per rafforzare le nostre postazioni di difesa regionale contro la minaccia di missili balistici nordcoreani".
L’esercito della Corea del Nord avrebbe ricevuto il via libera definitivo a un attacco nucleare contro gli Stati Uniti. Lo riporta l’agenzia coreana KCNA, citata da alcuni media americani: "nessuno può dire se una guerra esploderà o no in Corea e se esploderà oggi o domani" scrive l'agenzia. Nella nota si fa presente che l’esercito di Pyongyang informa gli USA che le minacce americane “saranno annientate da mezzi di attacco nucleare piu’ efficaci, piccoli, leggeri e diversificati”. Negli stessi istanti il Wall Street Journal, riporta che la Casa Bianca avrebbe deciso di intervenire nella controversa situazione tra le due Coree. Dagli Stati Uniti è in arrivo un avanzato sistema di difesa missilistico per difendere le basi militari americane nel Pacifico. L'obiettivo è proteggerle contro missili a breve e medio raggio dalla Corea del Nord. Il Pentagono ha comunicato che nelle "prossime settimane" sarà inviato e dispiegato a titolo "precauzionale" a Guam (una delle principali basi americane nel Pacifico) un avanzato sistema di difesa missilistico, denominato THAAD (Terminal High-Altitude Area Defense). La decisione – riporta il giornale economico – segnala come il Pentagono ritenga la Corea del Nord come la minaccia più grande e potenzialmente più duratura per gli Stati Uniti e i loro alleati.
"Pericolo grave e reale" – L'impennata della tensione arriva dopo giorni di minacce crescenti nordcoreani all'indirizzo di Seul e Washington che non hanno risparmiato dure repliche. Il ministro della Difesa di Seul, Kim Kwan-jin, ha assicurato l'esame di tutte le opzioni possibili, anche di quella militare nel caso di scenario peggiore, qualora la sicurezza dei propri lavoratori nell'enclave nordcoreano dovesse risultare a rischio. Dure, oltre a quelle degli Stati Uniti (il segretario alla Difesa Usa Chuck Hagel aveva già affermato in precedenze che le minacce nucleari di Pyongyang costituiscono un "pericolo grave e reale"), anche le critiche da Cina e Russia. Pechino ha espresso "seria preoccupazione" e condannato tutte le "azioni e le parole provocatorie" che minacciano "la pace e la stabilità nella penisola coreana e nella regione". Mosca ha definito "esplosiva" la situazione. E la Francia ha chiesto una riunione del Consiglio di sicurezza dell'Onu. Certo, le preoccupazioni nella penisola coreana sono iniziate dopo che il Nord ha lanciato un missile a lungo raggio a dicembre e condotto il suo terzo test nucleare nel mese di febbraio. Successivamente le apprensioni sono aumentate l'operazione congiunta tra Seul e Washington “Key Resolve”, che coinvolge 10.000 soldati sudcoreani e 3.500 americani.