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La Cina sta reclutando ex piloti britannici per addestrare l’Esercito Popolare di Liberazione

La Cina starebbe reclutando ex piloti britannici per addestrare le forze armate dell’Esercito popolare di liberazione. Secondo l’intelligence del Regno Unito, sarebbero almeno 30 gli ex piloti in pensione che avrebbero accettato.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Secondo il ministero della Difesa britannico, la Cina ha reclutato almeno 30 ex piloti britannici in pensione per addestrare i piloti dell'Esercito popolare di liberazione dopo aver annunciato la volontà di renderlo "più efficiente e moderno". Tra le persone reclutate, vi sarebbero anche piloti di sofisticati jet da combattimento. Il ministero della Difesa teme che quanto sta accadendo possa essere una minaccia per la sicurezza nazionale.

La Gran Bretagna ha fatto sapere di voler lavorare con i partner stranieri per fermare la pratica iniziata già nel 2019, poco prima della pandemia di Covid-19. Negli ultimi mesi, però, complici anche la guerra in Ucraina e l'inasprirsi della crisi con Taiwan, i piloti reclutati sembrano essere in aumento. Tra loro, anche figure della Royal Air Force ed ex dipendenti delle forze armate.

Secondo quanto reso noto, però, nessuno di loro è accusato di aver violato l'Official Secrets Act, legge britannica sullo spionaggio internazionale. La Gran Bretagna però promette di rafforzare i controlli sugli ex piloti chiamati dalla Cina e su quanti andranno in pensione nei prossimi mesi per evitare che possano essere reclutati all'estero e rivelare informazioni riservate.

Per convincerli ad accettare, le autorità cinesi offrirebbero ingenti somme di denaro. Secondo l'intelligence, gli stipendi garantiti raggiungono cifre fino a 270.000 dollari l'anno. Tra i piloti reclutati non vi sarebbero solo cittadini britannici, ma anche persone residenti in Australia e negli Stati Uniti.

Il timore del Regno Unito è che la Cina possa usare le informazioni degli ex dipendenti britannici non solo per istruire le sue forze armate, ma anche per aiutare la Russia di Vladimir Putin nella guerra con l'Ucraina. In particolare però preoccupa la questione Taiwan: la volontà cinese di annettere l'isola indipendentista è stata oggetto di diversi malumori tra Pechino e Washington. Nonostante le visite diplomatiche a Taipei, gli Usa non hanno mai formalmente riconosciuto l'isola come Stato indipendente, ma si sono dichiarati pronti a fornirle assistenza militare in caso di invasione. Dall'altra parte, il presidente cinese Xi Jinping ha sottolineato di essere pronto ad usare la forza per "riunire la madrepatria".

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