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La Cina risponde ai dazi di Trump: stop all’export delle terre rare, duro colpo per l’hi-tech USA

Pechino ha ufficialmente sospeso l’esportazione di una serie di terre rare e magneti strategici, mettendo a rischio l’approvvigionamento statunitense – e non solo – di componenti fondamentali per l’industria automobilistica, aerospaziale, bellica e dei semiconduttori.
A cura di Davide Falcioni
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La risposta della Cina alla guerra commerciale scatenata da Donald Trump è arrivata, ed è decisamente dura. Pechino ha infatti ufficialmente sospeso l’esportazione di una serie di terre rare e magneti strategici, mettendo a rischio l’approvvigionamento statunitense – e non solo – di componenti fondamentali per l’industria automobilistica, aerospaziale, bellica e dei semiconduttori. A renderlo noto, lanciando l’allarme, è il New York Times, secondo cui spedizioni di questi materiali risultano bloccate in numerosi porti cinesi, in attesa di nuove regolamentazioni governative.

La mossa del "dragone" si inserisce nel braccio di ferro commerciale con gli Stati Uniti, accentuato dai recenti dazi imposti dall’amministrazione Trump. Il quotidiano americano parla apertamente di una "ritorsione" da parte della Cina, che potrebbe portare a uno stop definitivo delle forniture anche per alcuni appaltatori militari statunitensi.

Il 4 aprile, Pechino ha imposto restrizioni all’export di sei metalli delle terre rare pesanti (HREE) e dei relativi magneti, dei quali detiene circa il 90% della produzione mondiale. Le nuove norme prevedono la concessione di licenze speciali per l’esportazione, ma il sistema autorizzativo è ancora in fase di costruzione, lasciando nel limbo molte spedizioni internazionali.

Diplomazia economica in campo europeo

Mentre si accentuano le tensioni con gli USA, la Cina tende la mano all’Europa. "Pechino è pronta a rafforzare la cooperazione con l’UE e con la comunità internazionale per difendere l’equità e la giustizia nel commercio globale", ha dichiarato nei giorni scorsi Lin Jian, portavoce del ministero degli Esteri cinese. Durante una conferenza stampa, Lin ha criticato l’approccio unilaterale di Washington, accusandolo di destabilizzare il sistema commerciale internazionale a colpi di dazi e pressioni economiche.

Lin ha sottolineato come Cina e UE, seconde e terze potenze economiche mondiali, abbiano la responsabilità congiunta di sostenere la globalizzazione e le regole del WTO. "Entrambe le parti condividono un impegno per un sistema multilaterale equo e stabile", ha aggiunto.

Xi Jinping spinge sull’Asia: 45 accordi firmati con il Vietnam

Nel frattempo, il presidente cinese Xi Jinping ha inaugurato un tour nel Sudest asiatico con una visita ufficiale in Vietnam, dove sono stati siglati ben 45 accordi di cooperazione. Dall’intelligenza artificiale alle ferrovie, passando per le catene di approvvigionamento e i pattugliamenti marittimi congiunti, le intese puntano a rafforzare l’asse bilaterale nonostante le frizioni territoriali nel Mar Cinese Meridionale. “Vietnam e Cina si trovano di fronte a una svolta storica e devono avanzare mano nella mano”, ha dichiarato Xi durante l’incontro con il segretario generale del Partito Comunista vietnamita, To Lam. Il Vietnam, da parte sua, ha ribadito la volontà di consolidare una partnership "sostanziale, equilibrata e duratura".

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