La Cina piange le sue vittime: un inchino e tre minuti di silenzio per i morti di coronavirus
Un inchino e tre minuti di silenzio alle 10 in punto, le 4 ora italiana. La Cina si ferma per ricordare le vittime, oltre 3.300, della pandemia da coronavirus. Il presidente cinese Xi Jinping e gli altri leader cinesi sono vestiti di nero, con un fiore bianco appuntato sulla giacca, mentre chinano il volto davanti alla sede del governo per "i martiri e i compatrioti deceduti". Le bandiere di Pechino e di tutta la Cina sono a mezz'asta per i morti di Wuhan, la città dov'è scoppiato il contagio, e di tutto il Paese. Sulla porta della Huairentang, una sala all'interno del palazzo del governo, c'è uno striscione: "Profondamente in lutto per i martiri e i connazionali che sono morti nell'epidemia di COVID-19". I tre minuti di silenzio sono stati interrotti dalle sirene anti-aeree hanno suonato, come i clacson delle automobili, dei treni e delle navi. Tutte le attività ricreative pubbliche sono sospese in tutta la Cina in segno di lutto.
Il 4 aprile in Cina è il giorno in cui si ricordano tutti i morti, il giorno della "pulizia delle tombe". Il 4/4 (ripetuto due volte nella data) è un suono simile a quello della parola "morte" in cinese, ed ecco spiegato il senso della ricorrenza.
Segnali di un lento ritorno alla normalità: riaperta la Grande Muraglia
Intanto ci sono nuovi segnali che raccontano di un lento, ma progressivo ritorno alla ‘normalità' pre coronavirus: alcuni tratti della Grande Muraglia sono stati riaperti. Da oggi, previa prenotazione online, è possibile tornare a camminare sulla parte più visitata dell'imponente monumento. Un piccolo passo verso il futuro. Intanto in tutta la Cina sono oltre 1500 i cittadini ancora affetti da coronavirus, ma il Paese è stato superato, per quanto riguarda i casi totali, da altri cinque stati: Stati Uniti d'America, Italia, Spagna, Germania e Francia.