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Presidenza Trump

La Cina lancia contromisure per rispondere ai dazi di Trump: 15% su importazioni di carbone e gas Usa

Il ministero delle Finanze cinese ha annunciato oggi, 4 febbraio, una serie di dazi di contrasto agli Stati Uniti dopo quelli del 10% applicati dall’amministrazione del presidente Donald Trump sulle merci cinesi. Pechino applicherà un dazio del 15% sulle importazioni di carbone e gas naturale liquefatto (Gnl), uno del 10% su petrolio greggio, macchinari agricoli e auto di grossa cilindrata. Le sovrattasse entreranno in vigore il 10 febbraio.
A cura di Annalisa Cangemi
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Crollano i mercati e il presidente americano Trump sui dazi tratta. Da parte dell'inquilino della Casa Bianca arriva l'inversione a U, poco dopo l'imposizione delle tariffe doganali a Canada e Messico, momentaneamente sospese, per un periodo di trenta giorni.

Dopo i colloqui dell'ultimo minuto con il premier canadese Justin Trudeau e la presidente messicana Claudia Sheinbaum, che hanno portato all'invio di militari messicani e canadesi a tutela delle frontiere contro l'immigrazione illegale, per bloccare anche il flusso dell'oppioide fentanyl, la Cina, poco dopo la mezzanotte di martedì, annuncia le sue contromisure, rispondendo ai dazi del 10% a tutte le importazioni made in China decise da Donald Trump: Pechino vara un pacchetto che prende di mira il carbone e il gas naturale liquefatto (Gnl) con aliquote del 15%, più un'ulteriore tariffa del 10% su petrolio, attrezzature agricole e alcune automobili.

Le misure, ha riferito il ministero delle Finanze di Pechino "sono state imposte per contrastare" i piani del tycoon ed entreranno in vigore dal 10 febbraio.

I dazi americani, motivati per "problemi come il fentanyl" – Pechino, secondo Trump non avrebbe fatto abbastanza per frenare il flusso dell'oppioide, causa della morte di 100mila americani ogni anno – sono il frutto di una "imposizione unilaterale di tariffe da parte degli Stati Uniti" che "viola gravemente le regole dell'Organizzazione mondiale del commercio (Wto)": la mossa "non solo non aiuta a risolvere i propri problemi, ma interrompe anche la normale cooperazione economica e commerciale tra Cina e Stati Uniti", ha sottolineato il ministero delle Finanze in una nota.

A questo proposito la Cina ha fatto sapere di aver presentato un reclamo all'Organizzazione mondiale del commercio (Wto) "per difendere i suoi legittimi diritti e interessi": "La Cina ha presentato un reclamo contro le misure tariffarie statunitensi nell'ambito del meccanismo di risoluzione delle controversie del Wto", si legge in una nota del ministero del Commercio, accusando le le azioni degli Stati Uniti di avere una "natura dolosa".

Secondo quando ha fatto sapere la Casa Bianca, si prevede che Trump parlerà con il presidente cinese Xi Jinping nei prossimi giorni, alimentando le attese nei mercati che i due leader riusciranno a trovare un accordo per rimuovere i dazi. Gli economisti intanto hanno avvertito che la guerra commerciale di Trump rischia di aumentare i prezzi per milioni di americani. Ma rivolgendosi ai giornalisti nello Studio Ovale, Trump ha ribadito che le tariffe sono un mezzo "molto potente" sia per rafforzare economicamente gli Stati Uniti sia per "ottenere tutto il resto che si desidera".

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