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Covid 19

La Cina ha approvato il primo vaccino anti Covid inalabile: sarà somministrato mediante aerosol

La Cina ha approvato il primo vaccino anti Covid in tutto il mondo che può essere somministrato con nebulizzatore, e non con iniezione intramuscolare, come booster per l’utilizzo di emergenza.
A cura di Ida Artiaco
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La Cina ha approvato la somministrazione del primo vaccino anti Covid inalabile al mondo. Niente più punture, dunque: il Convidecia Air, questo il nome del nuovo vaccino, sarà somministrato con nebulizzatore come booster per l'utilizzo di emergenza.

La decisione è stata presa nelle scorse ore della National Medical Products Administration.

Il vaccino, prodotto dalla CanSino Biologics Inc. di Tianjin, è la versione inalabile di quello monodose realizzato dalla stessa società e già somministrato con iniezione intramuscolare in Cina, Messico, Pakistan, Malesia e Ungheria dopo essere stato lanciato nel febbraio 2021.

Il vaccino iniziale realizzato da CanSino è risultato essere efficace al 66% nella prevenzione dei sintomi di Covid-19 e al 91% contro malattie gravi.

Quello inalabile, che stimola velocemente l'immunità cellulare della mucosa, ha una formula simile al vaccino che viene iniettato: è a vettore virale che utilizza l'Adenovirus per portare all'interno della cellula la sequenza del codice genetico che farà produrre la proteina Spike del Coronavirus.

Secondo la società produttrice, il vaccino senza ago "può indurre efficacemente una protezione immunitaria completa in risposta a SARS-CoV-2 dopo un solo respiro", si legge in un comunicato stampa.

Tra le altre caratteristiche del nuovo vaccino, CanSino ha sottolineato che può essere trasportato e conservato tra i 2 e gli 8 gradi centigradi, a differenza di alcuni vaccini iniettabili che richiedono temperature estremamente basse.

Ma l'azienda di Tianjin non è l'unica ad aver perfezionato un vaccino del genere. Tra le altre società farmaceutiche che stanno esplorando la strada dei vaccini inalabili, ancora in fase di ricerca e sviluppo, c'è anche AstraZeneca insieme all'Università di Oxford.

La decisione della Cina arriva per altro in un momento delicato per quanto riguarda l'emergenza Covid: le città di Shenzhen e Chengdu, per un totale di 40 milioni di persone, sono tornate in lockdown dopo la scoperta di poche decine di casi positivi, il che rischia di bloccare l’economia dell’intero Paese alle prese anche con la peggiore siccità degli ultimi 70 anni.

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