La Cina compra il petrolio dall’Ecuador, poi fa cassa rivendendolo agli USA
Da dove prende il petrolio la Cina? In gran parte dall'Ecuador, finanziandone il debito in cambio di grandissime quantità di greccio. Marco Calvopiña, direttore di PetroEcuador, la compagnia petrolifera di Stato di Quito, alla fine ha firmato: la Cina finanzierà l’Ecuador e in cambio il paese, membro dell’Opec, venderà il suo petrolio a Pechino. Si immaginerà che il paese più grande del mondo utilizzi quella fonte di energia per uso "interno". Niente di più sbagliato, perché la Cina a sua volta rivende i 500mila barili al giorno di greccio sul mercato internazionale, incassando ogni anno circa 13 miliardi di dollari. E, a sorpresa, il primo acquirente di Pechino sono gli Stati Uniti. Il presidente dell'Ecuador Rafael Correa, socialista da sempre duro con le multinazionali occidentali dell'oro nero, ha trovato nella Cina un partner perfetto, in grado di finanziare le casse di uno stato altrimenti in grandissime difficoltà, senza tuttavia mettere in mano la preziosa fonte di energia direttamente agli acerrimi nemici degli Stati Uniti. Una triangolazione di mercato alquanto curiosa ma funzionale.
Stando alle stime ufficiali la Cina consumerà tra le 580 e le 590 milioni di tonnellate di greggio entro il 2015, per poi aumentare il fabbisogno a 700 milioni di tonnellate nel 2020. In questo quadro Pechino sta mettendo in campo tutte le sue potenzialità per accaparrarsi risorse energetiche tra i paesi "amici". La Cina ha già finanziato con 43 miliardi di dollari le attività di estrazione e ricerca del Venezuela, un altro Paese in cattivi rapporti con Washington; ne ha dati 55 alla Russia; 10 al Brasile; 13 miliardi all’Angola.
