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La Chiesa vieta il culto di Natuzza Evolo: “I suoi seguaci sono eretici”

E’ scontro in Calabria, il vescovo chiede obbedienza alla fondazione creata dalla veggente che asseriva di vedere Gesù e la Madonna.
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Natuzza Evolo.
Natuzza Evolo.

La Chiesa si scaglia contro la fondazione che gestisce l’eredità morale della veggente Natuzza Evolo, morta nel 2009 in odore di santità e che già conta centinaia di migliaia di fedeli. In ballo non solo questioni di carattere spirituale, ma anche economico: la fondazione raccoglie ogni anno enormi somme che vengono utilizzate da laici per attività di beneficenza e che sono servite per costruire una enorme chiesa dedicata alla Madonna a Paravati, in provincia di Vibo Valentia.

Monsignor Luigi Renzo, vescovo di Mileto – Nicotera – Tropea, nella cui diocesi ricadono la città di Paravati e l’edificio sacro aveva chiesto alla fondazione Fondazione Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime, voluta da Natuzza Evolo secondo le indicazioni della Madonna, di cedergli la gestione della chiesa, costata svariati milioni di euro. Di più, il vescovo chiedeva che la fondazione fosse completamente sottomessa a lui. Ricevuti i dinieghi, ha cancellato ogni privilegio per la fondazione, spostando tutti i sacerdoti che seguivano i fedeli che ogni anno si recano numerosi a Paravati, affidando loro altri incarichi.

Da ieri, alla fondazione è vietato di organizzare qualsiasi attività di culto; di utilizzare la chiesa, che non è stata ancora consacrata; di raccogliere offerte durante celebrazioni liturgiche; conservare il Santissimo Sacramento presso alcuni locali di proprietà della fondazione. Soprattutto, è vietato ricordare nelle sante messe il nome di Natuzza Evolo, visto che la stessa non è stata dichiarata neppure beata e quindi il suo culto non è autorizzato e che “non c’è alcuna certezza” su una futura canonizzazione da parte della Chiesa cattolica. Si capisce che monsignor Renzo fa sul serio anche dal fatto che ha trasmesso il suo decreto al Ministero dell’Interno “per tutte le conseguenze civili”: vuol dire che il comportamento della fondazione sarà sotto la lente di ingrandimento, in futuro, non solo da parte della diocesi, ma anche da parte dello Stato.

Il vescovo ha contestato, in particolare la pretesa che lo Statuto ed in specie "Il testamento spirituale" di Natuzza fossero "intoccabili" perchè Natuzza è ritenuta "messaggera" diretta della Madonna, "che in una apparizione l'avrebbe costituita esecutrice di un mandato divino anche a prescindere dall'autorità ecclesiastica, affermazione in verità mai fatta dall'interessata e per di più in netto contrasto con il suo normale atteggiamento di obbedienza alla Chiesa”.

Accuse molto gravi, a cui si aggiunge, addirittura, quella di eresia: “il riconoscimento di queste asserite apparizioni non è stato mai concesso dall'Ordinario diocesano, per cui l'affermazione si configura come ereticale e come insubordinazione.” Per monsignor Renzo “in stridente contrasto con gli insegnamenti di umiltà e di obbedienza alla Chiesa di Natuzza, è apparso chiaro il rifiuto di ogni rapporto con la diocesi, quasi che la Fondazione fosse un ente privato a sè stante e, pertanto, autonomo da ogni ingerenza estranea, ignorando peraltro che essendo un ente approvato con decreto vescovile è sottoposto di conseguenza alla vigilanza dell'Ordinario diocesano.” Da qui la definitiva rottura, con il divieto alla Fondazione di svolgere ogni attività di culto.

Natuzza, casalinga madre di cinque figli e semianalfabeta, asseriva di parlare con Gesù, la Madonna, gli angeli, i santi. Andava spesso in estasi e le comparvero le stimmate sulle mani, proprio come accadde, tra gli altri, a San Francesco e a Padre Pio. Sono stati riportati diversi episodi di bilocazione: persone presenti in punti distanti confermavano di averla vista e di aver parlato con lei nello stesso momento. Riusciva a diagnosticare le malattie, suggerendo cure. Questo nonostante il grande avversario di padre Pio, padre Agostino Gemelli, già nel 1940 avesse scritto che quella di Natuzza Evolo era una personalità affetta da sindrome isterica, al punto che la giovane fu anche rinchiusa in un manicomio. Tutto questo, non riuscì a bloccare l’enorme afflusso di fedeli a Paravati, che prosegue anche dopo la sua morte.

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