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La cena e il liquore artigianale: così gli 007 italiani sarebbero stati avvelenati ad Hammamet

A intossicare gli ex agenti segreti italiani durante una cena ad Hammamet sarebbe stato un liquore artigianale con noccioli di pesca che hanno sprigionato il veleno poi risultato fatale per gli 007 in pensione. Sul corpo del 60enne deceduto è stata disposta l’autopsia.
A cura di Gabriella Mazzeo
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In una cena sulla costa di Hammamet, al tavolo con una decina di agenti segreti, in 4 sarebbero rimasti intossicati da un liquore. Ne sono convinte le autorità tunisine che con quelle italiane collaborano sulle indagini. Una "storia sfortunata", giurano, ma nessuna missione ufficiale. I commensali, infatti, erano tutti in pensione da anni. Dopo l'avvelenamento, il 60enne è deceduto, mentre due persone sono in coma. Gli altri commensali sono ricoverati ma non in pericolo di vita.

In coma c'è un ex agente dell'Aise in pensione e un carabiniere. Non si trattava di ufficiali di servizio, ma di ex agenti in pensione. Fuori dal lavoro, per ragioni di età, erano tutti gli ospiti della cena.

Ad Hammamet si sono trasferiti negli anni centinaia di pensionati italiani attirati anche dalle vantaggiose condizioni fiscali. L'80% della pensione è infatti completamente esentasse. Il restante 20 viene tassato con un'aliquota che non supera il 30%.

Per questo motivo, questi agenti ufficiali di forze di polizia avevano organizzato questa cena in un'abitazione dove a un certo punto è stato servito dal padrone di casa un liquore di sua produzione. Si trattava di un persichetto, un liquore alla pesca nel quale erano stati lasciati i noccioli del frutto. Secondo chi indaga, questi ultimi potrebbero essere stati letali e aver sprigionato cianuro: al suo interno, infatti potrebbe esserci un seme, l'armellina, potenzialmente letale.

Quello potrebbe aver avvelenato gli italiani (tra cui il padrone di casa) a cena. La maggior parte dei ricoverati non è a rischio vita, ma l'ex agente dell'Aise rischia gravi danni neurologici. La magistratura tunisina ha aperto un'indagine e disposto un'autopsia. Effettuati i primi accertamenti, nulla farebbe pensare (almeno per ora) a qualcosa di diverso da una storia "un po' sfortunata".

Ulteriori indagini sul caso sveleranno se in questo caso il lavoro abbia qualcosa a che fare con quanto successo durante la cena. Difficile, dicono tra autorità italiane e tunisine, perché gli agenti in questione erano già in pensione da tempo e nulla più avevano a che fare con le missioni ufficiali.

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