La campagna militare contro l’Isis è già costata quasi un miliardo di dollari
La campagna militare scatenata dagli Stati Uniti contro l'Isis in Iraq e in Siria è già costata all'amministrazione Obama quasi un miliardo di dollari. Lo rivela un rapporto del Center for Strategic and Budgetary Assessments secondo il quale Washington ha già speso una cifra che va dai 780 ai 930 milioni di dollari in armamenti contro il Califfato islamico. Secondo questi calcoli se l'esercito americano continuasse le operazioni anti Isis anche con raid aerei e bombardamenti a bassa intensità, gli Usa sarebbero costretti a sborsare in un anno una cifra tra i 2,4 e i 3,8 miliardi di dollari. In realtà, come hanno spiegato fonti militari del Pentagono, i bombardamenti attuali condotti nell'area sono insufficienti a sconfiggere la minaccia del Califfato islamico e per questo le operazioni saranno intensificate nei prossimi mesi con un inevitabile aumento dei costi.
Già 220 raid aerei in Iraq
Secondo il rapporto dell'agenzia americana, se gli Stati Uniti decidessero di rafforzare la campagna aerea i costi potrebbero salire a una cifra compresa tra i 4,2 e i 6,8 miliardi di dollari all’anno. Cifra destinata ovviamente ad aumentare spropositatamente nel caso di un intervento con truppe di terra, anche se Obama ha escluso l'eventualità. In quest'ultimo caso, ipotizzando anche solo 2mila soldati sul campo in Iraq a sostegno delle truppe governative e dei Peshmerga curdi, Washington dovrebbe spendere altri 320 milioni al mese. Se le truppe fossero invece 5mila e gli attacchi aerei condotti ad un ritmo di 150 al mese il costo schizzerebbe a 570 milioni di dollari al mese. Per ora gli Stati Uniti hanno portato a termine già 220 raid aerei in Iraq e 40 in Siria, oltre a lanciare 47 missili Tomahawk dalle navi, ognuno dei quali ha un costo che supera il milione di dollari.
