La bufala delle dimissioni di Papa Francesco
Lo scandalo Vatileaks 2, esploso nelle scorse ore, ha molto amareggiato papa Francesco e sono subito tornate a fioccare voci sulle sue possibili dimissioni, che porterebbe la Chiesa ad avere ben tre Papi viventi contemporaneamente, un regnante e due emeriti. Si tratta di voci cicliche. Prima della rinuncia di Benedetto XVI praticamente nessuno pensava alla reale possibilità che un Papa rimettesse il suo mandato. Dopo di lui, sembra che il nuovo pontefice debba dimettersi un mese sì e l’altro pure. Tuttavia, ancora una volta, si tratta di una bufala, creata ad arte solo per alimentare il gossip.
Ecco i cinque motivi per cui papa Francesco non si dimetterà o, almeno, non si dimetterà a breve e a causa di questo scandalo.
La salute di Bergoglio
Nonostante le voci, subito smentite, su un tumore al cervello ed i ben noti problemi respiratori (a Francesco manca, da decenni, un polmone) ed alle articolazioni, nel complesso il Papa sta bene. E’ ancora un uomo vigoroso e lo si può notare dal modo in cui gestisce i suoi innumerevoli appuntamenti, al termine dei quali raramente appare affaticato. Una situazione completamente diversa da quella di Benedetto XVI, che verso la fine del suo pontificato manifestava problemi di deambulazione ed una stanchezza costante.
Il carattere
Jorge Mario Bergoglio è un uomo che conosce bene la tenerezza verso gli ultimi, ma sa anche usare il pugno di ferro con le persone che si comportano in un modo che non gli piace. Al di là della costruzione mediatica del suo personaggio, papa Francesco è un uomo testardo e che difficilmente arretra dalle sue posizioni. Ecco perché fare un passo indietro a questo punto equivarrebbe ad ammettere una sconfitta, lasciando la vittoria ai suoi detrattori. Una cosa che proprio Francesco non potrebbe concepire.
L’opera di “pulizia” nella Curia romana
In Vatileaks 2 non è sotto attacco papa Francesco, quando alcuni uomini della Curia vaticana che spesso vengono catalogati come frondisti dell’attuale pontefice. Vatileaks 2 può dare la spinta al pontefice per portare avanti l’opera di rinnovamento della Santa Sede già iniziata con la cacciata di alcuni importanti cardinali, a cominciare dagli ipertradizionalisti Raymond Burke, a cui è stato affidato solo un incarico onorifico, e da Antonio Canizares Llovera, spedito nella diocesi di Valencia. Una occasione da non perdere per il pontefice, che sarebbe vanificata da sue dimissioni.
Le innovazioni pastorali
Sono passati pochi giorni, ma pochi se lo ricordano: il Papa ha garantito, parola del segretario di Stato Pietro Parolin, che il pontefice “batterà il ferro finché è caldo” rendendo note le sue decisioni dopo il Sinodo sulla Famiglia. In pratica, il Papa sarà chiamato a decidere motu proprio, cioè completamente da solo, se concedere la comunione ai divorziati risposati e quali misure prevedere per un’apertura della Chiesa alle persone omosessuali. Francesco tiene molto a questi temi, dunque non lascerà il soglio di Pietro prima di aver reso note (e vincolanti per tutta la Chiesa) le sue scelte.
Il Giubileo della Misericordia
Il prossimo 8 dicembre sarà ufficialmente inaugurato il Giubileo della Misericordia, voluto fortemente da papa Francesco. Il Giubileo, che porterà a Roma un numero imprecisato di milioni di pellegrini provenienti da ogni parte del pianeta, si concluderà il 20 novembre 2016. E’ possibile che il Papa lasci il suo posto proprio durante il Giubileo indetto per sua esplicita volontà? Ovviamente no. Dunque è scontato che ogni ipotesi di dimissioni dovrebbe, quantomeno, essere spostata in avanti di un altro anno.