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La bottiglia di vino più antica del mondo: 1700 anni di storia, ma si può ancora bere

In Germania, al museo storico del Palatinato di Spira, è presente una bottiglia di vino che risale al 325 d.C. In un post su Instagram, il museo ha scritto che se bevuto, il sapore del vino sarebbe “paragonabile a quello di una gomma da masticare”.
A cura di Matteo Pelliccia
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Nel cuore del museo Storico del Palatinato, nella pittoresca città di Spira, nell'Ovest della Germania, si cela un tesoro enologico unico: la leggendaria "bottiglia di Spira". Questo recipiente straordinario è diventato famoso per essere considerato la bottiglia di vino più antica del mondo, con una storia che abbraccia quasi 1.700 anni.

La storia di questa bottiglia risale al 1867, quando fu scoperta durante degli scavi nelle vicinanze di Spira, mentre si stava cercando la tomba di un nobile e di una nobildonna romani. Il suo contenuto prezioso risale secondo le ultime ricostruzioni al 325 d.C., il che significa che questa bottiglia ha attraversato ben 1.697 anni di storia.

Secondo la professoressa Monika Christmann, enologa e direttrice dell'Istituto di enologia dell'Università Hochschule Geisenheim, da un punto di vista microbiologico "il contenuto sarebbe sicuro da bere". Tuttavia, dal punto di vista del gusto, potrebbe non essere esattamente un piacere per il palato. Come ha spiegato la professoressa ai media tedeschi, "non sarebbe gioia da bere".

Il museo storico del Palatinato riporta che la bottiglia di Spira è una delle sole quindici bottiglie rimaste intatte dalla sua scoperta. I Romani, noti per la loro abilità nella produzione del vino, utilizzavano infatti spezie e miele per esaltare il sapore del loro nettare divino. La combinazione di questi ingredienti con l'olio d'oliva, che manteneva l'aria fuori dalla bottiglia, potrebbe spiegare come questa bottiglia abbia resistito al passare dei secoli.

Un post pubblicato dal museo su Instagram a settembre 2022 ha scherzosamente affermato che se il vino venisse bevuto oggi, il suo gusto sarebbe "paragonabile a quello di una gomma da masticare insapore". Questo perché un sottile strato di cera sull'imboccatura e una massa d'olio d'oliva solidificata hanno mantenuto il vino al sicuro e sigillato all'interno della bottiglia per tutto questo tempo.

Ludger Tekampe, curatore del dipartimento del vino del museo, ha sottolineato che non è ancora chiaro se questa bottiglia possa sopportare l'esposizione all'aria.

"È una reliquia del passato, un tesoro di inestimabile valore storico e culturale. Anche solo poterla ammirare è un'esperienza straordinaria che ci collega a un mondo lontano, in cui il vino era una parte essenziale della vita romana" ha affermato il curatore.

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