La battuta di Renzi dall’Australia: “Quando mi cacciano vengo qui in vacanza”

"Quando mi cacciano vengo qui in vacanza", dice Matteo Renzi concludendo il suo viaggio in Australia, dove ha partecipato al vertice del G20 ma anche visitato imprese italiane, comunità di migranti dal nostro paese e persino assistito a una recita di Dante da parte di studenti bilingue. Il premier, che si è affrettato a chiarire che la sua era solo una battuta, per qualche giorno è parso distante dai problemi che attanagliano il nostro paese: dalle polemiche sul Jobs Act alle manifestazioni di protesta in tutta Italia, Matteo Renzi agli osservatori è parso provato e, forse, non entusiasta di tornare nella trincea della politica italiana. Ieri, nel suo ultimo giorno di viaggio in Australia, il Presidente del Consiglio ha visto in un incontro a porte chiuse numerosi imprenditori, che ha invitato a venire a investire in Italia.

A quanto pare i riscontri sarebbero stati positivi, tanto che un grande gruppo di distribuzione avrebbe programmato di arrivare in Italia e investire 1,3 miliardi di euro, per creare migliaia di posti di lavoro. Successivamente Renzi ha visitato una serie di cantieri nei quali le imprese italiane hanno ruoli cruciali: "Forse gli italiani non sanno fino in fondo quanto la loro tecnologia a sia vista con rispetto nel mondo. Se la smettiamo con i piagnistei il Paese potrà essere leader: dobbiamo crederci". Nel pomeriggio è stata la volta di una scuola bilingue in cui si insegnano sia inglese che italiano. Ai bambini, che per la gran parte hanno genitori e parenti di origine italiane, dice: "Mi chiamo Matteo e lavoro in una città che si chiama Roma…". Poi saluta l'Australia ma, prima di rientrare in Italia, effettua una tappa in Turkmenistan: qui, mentre l'aereo faceva rifornimento, il premier ha siglato una serie di accordi nel settore energetico per un valore di un miliardo di dollari.