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Guerra in Ucraina

La battaglia nell’acciaieria di Mariupol continua, resistenza ucraina non cede all’ultimatum russo

La resistenza ucraina è ancora barricata all’interno dell’acciaieria Azovstal di Mariupol. L’esercito russo ha fatto sapere che se le truppe ucraine non si arrenderanno, saranno distrutte.
A cura di Annalisa Cangemi
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A Mariupol "ci sono ancora le nostre forze armate, i nostri soldati, che combatteranno fino alla fine". Lo ha dichiarato il primo ministro ucraino, Denys Shmyhal, in un'intervista ad Abc News. La città di Mariupol, assediata dalle forze armate russe, non è ancora caduta. Si continua a combattere nell'acciaieria Azovstal, che con la sua vasta rete di tunnel sotterranei consente di sfuggire agli assalti nemici, e che è diventata la base del battaglione nazionalista Azov. L‘ultimatum per la resa è scaduto all'alba e gli ultimi combattenti ucraini asserragliati all'interno dell'acciaieria hanno rifiutato la proposta di deporre le armi offerta dalle forze russe, che ora minacciano di eliminarli. "Se continuano a opporre resistenza, saranno tutti eliminati", ha fatto sapere il ministero della Difesa russo alla resistenza ucraina.

Lo stesso ministero ha detto che a coloro che si arrenderanno sarà "garantito di aver salva la vita". Il portavoce del ministero, il generale Igor Konashenkov, ha detto che il comando militare ucraino ha vietato invece alle sue truppe di arrendersi, spiegando di averlo appreso da comunicazioni intercettate. "Tutti coloro che continueranno a resistere saranno distrutti", ha ribadito. Il generale ha detto che insieme alle truppe ucraine ci sono circa 400 mercenari stranieri, che combattono al fianco delle forze ucraine, accerchiati ad Azovstal, la maggior parte provenienti da Paesi europei e dal Canada, i quali comunicano in sei lingue, secondo le intercettazioni. L'affermazione di Konashenkov non può essere verificata in modo indipendente, sottolinea AP.

Il capo del Centro di controllo della difesa nazionale della Federazione russa, il colonnello generale Mikhail Mizintsev, aveva dichiarato ieri che i circa 1.500 assediati, tra militari, combattenti nazionalisti e stranieri, non hanno più cibo e acqua e hanno chiesto il permesso di arrendersi alle autorità di Kiev, che lo hanno però negato. Non è però chiaro come la Russia possa pianificare un'irruzione al suo interno, senza rischiare di avere innumerevoli perdite tra i suoi uomini. Sarebbe complicato anche usare le bombe ‘bunker buster', armi utilizzate ad Aleppo, senza avere una conoscenza precisa degli obiettivi, cosa non semplice data la vastità dell'area da attaccare: un complesso di edifici, fornaci e binari che si espande per oltre 11 chilometri quadrati. A questo punto non è escluso che possa avere in programma un attacco chimico, secondo Agi.

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