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L’ultima lettera di Kayla Mueller ai genitori: “Anche in prigione si può essere liberi”

La cooperante statunitense è stata uccisa per errore durante un bombardamento della Giordania alle postazioni dell Stato Islamico.
A cura di Davide Falcioni
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A 24 ore dalla conferma della morte di Kayla Mueller, la 26enne cooperante statunitense uccisa durante i bombardamenti della Giordania alle postazioni dell'Isis, i familiari hanno diffuso l'ultima lettera che la giovane inviò loro. A dare l'annuncio del decesso della ragazza americana era stato l'Isis, mentre il Pentagono avevano smentito parlando di una montatura costruita appositamente per spaccare la "coalizione" che combatte lo Stato Islamico. Ieri, tuttavia, il presidente Obama ha confermato "con profonda tristezza" la morte di Kayla Mueller: “Non importa quanto tempo occorrerà: gli Stati Uniti troveranno e assicureranno alla giustizia i terroristi responsabili della sua cattura e della sua uccisione”, ha detto il presidente americano. “In nome del popolo americano, Michelle ed io rivolgiamo le nostre più profonde condoglianze alla famiglia di Kayla, i suoi genitori Marsha e Carl, suo fratello Eric e la sua famiglia e tutti coloro che amavano Kayla. In questo momento di inimmaginabile sofferenza, il Paese si unisce al loro dolore”.

Di seguito, invece, il testo dell'ultima lettera inviata dalla cooperante ai suoi familiari:

A tutti voi,

se ricevete questa lettera significa che sono ancora ostaggio, ma i miei compagni di cella (a partire dallo 02/11/2014) sono stati rilasciati. Gli ho chiesto di mettersi in contatto con voi+inviarvi questi miei pensieri.

È difficile trovare le parole giuste.

Sappiate che io sono in un luogo sicuro, completamente intatto e sano (ho messo su dei chili, infatti); sono stata trattata bene, con il massimo del rispetto e della gentilezza. Avevo il desiderio di mandarvi una lettera pensata bene (ma non sapevo se i miei compagni di cella sarebbero stati liberati nei prossimi giorni o nei prossimi mesi, restringendo così il mio tempo).

Ho potuto scrivere questa lettera solo un paragrafo alla volta e solo a pensarvi mi viene un sussulto di lacrime.

La mia unica sofferenza in tutta questa esperienza è sapere quanta sofferenza ho fatto attraversare a voi; non vi chiederò mai di perdonarmi perchè non merito il perdono. Mamma mi ha sempre detto che tutto sommato alla fine l’unica cosa che hai davvero è Dio. Sono arrivata ad un punto della mia esperienza in cui, in ogni senso della parola, mi sono arresa al creatore perchè letteralmente non c’era nessun altro… + mi sono sentita teneramente cullata nella caduta libera da Dio + dalle vostre preghiere. Mi è stata mostrata ne buio la luce + ho imparato che persino in prigione, uno può essere libero, ne sono grata. Sono arrivata a vedere che c’è del buono in ogni situazione, qualche volta dobbiamo soltanto cercarlo. Prego ogni giorno che, se non altro, abbiate sentito una certa vicinanza + anche un arrendersi a Dio+ abbiate formato un legame di amore + supporto tra di voi…

Mi mancate tutti come se fosse una separazione forzata di dieci anni. Ho avuto molte lunghe ore per pensare, per pensare a tutte le cose che farò con Lex, al nostro primo campeggio di famiglia, al primo incontro all’aeroporto. Ho avuto molte ore per pensare a come solo in vostra assenza, a 25 anni, sono arrivata a realizzare il vostro posto nella mia vita. Il dono che è ognuno di voi + la persona che potrei essere + non potrei essere se voi non foste parte della mia vita, della mia famiglia, del mio supporto.

NON VOGLIO che le negoziazioni per il mio rilascio siano compito vostro, se c’è qualunque altra opzione sceglietela, anche se ci vuole più tempo. Questo non avrebbe mai dovuto diventare qualcosa che pesa su di voi. Ho chiesto a queste donne di supportarvi; per favore, cercate il loro consiglio. Se non lo avete ancora fatto, [CANCELLATO] può contattare [CANCELLATO] che potrebbe avere un certo livello di di esperienza con queste persone.

Nessuno di noi poteva sapere che ci sarebbe voluto così tanto tempo, ma sappiate che anche io sto combattendo dal mio lato nei modi che mi sono possibili + ho ancora molta voglia di combattere dentro di me. Non sto andando in pezzi + non mi lascerò andare, non importa quanto tempo ci vorrà. Ho scritto una canzone alcuni mesi fa che dice “La parte di me che fa più male è anche quella che mi fa alzare dal letto, senza la vostra speranza non rimarrebbe più niente…” cioè-Il pensiero del vostro dolore è la fonte del mio, contemporaneamente la speranza della nostra riunione è la fonte della mia forza. Per favore siate pazienti, date il vostro dolore a Dio.

So che vorreste rimanessi forte. Questo è esattamente ciò che sto facendo. Non abbiate paura per me, continuate a pregare come farò io + col volere di Dio saremo presto insieme.

Con tutta me stessa,

Kayla

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